Manganelli a Napoli: "un confronto tra due continenti uniti nella sfida comune al crimine"

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Il capo della Polizia, Antonio Manganelli durante il suo interventoTerminata la prima giornata della conferenza euro-africana che si è svolta a Napoli, con 270 persone, 68 delegazioni estere, i rappresentanti del G20 e delle organizzazioni internazionali. Domani la giornata conclusiva con le relazioni dei gruppi di lavoro.

Dopo un video di presentazione della polizia delle frontiere, ha preso la parola, per il saluto di benvenuto, Rodolfo Ronconi, direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere affermando che "È un incontro tra amici che vogliono mettere a frutto le proprie esperienze, una conferenza che per la prima volta vede la sua genesi nel nostro continente".

Il discorso di apertura dei lavori del capo della Polizia Antonio Manganelli

Il prefetto, salutando i rappresentanti delle polizie di 68 Paesi, la città di Napoli e i rappresentanti delle organizzazioni internazionali, ha riflettuto sui temi che saranno affrontati nella riunione di oggi e domani auspicando la volontà comune dei Paesi intervenuti ad agire direttamente nell'economia in quanto la prevenzione è l'arma più efficace per contrastare l'impoverimento delle aree sub sahariane, la criminalità organizzata, lo sfruttamento sessuale.

"Noi, come forza di polizia, possiamo fare corsi di formazione alla polizia locale, assistenza con fornitura di mezzi, scambio di funzionari per una maggiore collaborazione internazionale. L'unico modo per combattere i gruppi criminali è quello di stabilire accordi bilaterali, intese congiunte, perché lavorando in collaborazione si possono ottenere maggiori risultati concreti".

"Dobbiamo compensare con le nostre tecniche investigative quello che i nostri ordinamenti non leggono nello stesso modo, le forze di polizie parlano lo stesso linguaggio, anche senza interpreti".

"Parlare e auspicare di uniformarle è un esercizio accademico di buone intenzioni - ha concluso - sappiamo che non è possibile arrivare ad una legislazione comune e allora dobbiamo lavorare noi per armonizzarle".

L'intervento di Rob Wainwright, direttore di Europol, e di Michele Coninsx, vice presidente di Eurojust

Il capo di Europol ha affermato che questa conferenza è parte di un processo di collegamento tra Africa e Europa sempre più frequente. "C'è una criminalità organizzata più dinamica più organizzata che si intreccia con tutti i settori dell'economia creando danni maggiori e questo richiede nuovi approcci dinamici, come attaccare i proventi economici".

"Il traffico di immigrati è un problema importante per Europol: circa 300 mila africani cercano di entrare in Europa ogni anno. L'Africa occidentale è un punto di passaggio cruciale dove vengono offerti "pacchetti" con documenti e mezzi per attraversare il Mediterraneo".

Ha proseguito il vice presidente di Eurojust spiegando l'attività in ambito europeo e non. "Occorrono non solo le indagini, ma vanno garantite le sanzioni e la confisca. Ci sono circa 300 persone, tra magistrati, giudici e amministratori esperti, nella collaborazione internazionale che si occupano di ogni attività criminale come terrorismo, riciclaggio, droga, traffico di schiavi".

L'intervento del ministro dell'Interno libico Abdelfattah Younis Farag Al Obeidi

Il ministro libico, ringraziando per l'accoglienza ricevuta dall'Italia, ha detto che andrebbe "Creata una sala operativa nel Mediterraneo per contrastare rapidamente e in modo preciso la criminalità organizzata attraverso l'apporto di tutti gli Stati. Uno Stato da solo non può lottare contro i traffici internazionali.

"Le migrazioni sono un fatto fisiologico per migliorare le proprie condizioni di vita che poi però, vista la disperazione, si trasforma in commissione di reati. La persona che ha fame non può esser rimproverata per tentare di migliorare la propria condizione. I cittadini africani devono aver la possibilità di una vita dignitosa nel proprio Paese e si devono costruire i presupposti per potere ottenere questo obiettivo".

L'intervento di Wiliam L. Swing, direttore dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni

"Uno su sette della popolazione mondiale è un migrante. Oggi il migrante è una persona informata attraverso la Rete".

L'intervento di Laurence Jolles, rappresentante dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati

"L'organizzazione si occupa dei migranti più deboli: gli apolidi, gli sfollati, spesso sono vittime di guerre e di abusi. Spesso si spostano in maniera irregolare ed è difficile capire chi sia nelle condizioni di rifugiato e chi semplicemente un migrante; i chiedenti asilo non sono clandestini ed invece sono considerati come tali".

L'intervento del segretario generale dell'istituto Don Luigi Sturzo

Gestisce patrimoni bibliotecari ma si occupa anche di formazione a distanza ritenuta importante perchè ha costi molto contenuti e può essere utilizzata da molte persone.

Rappresentante della commissione europea dott. Francesco Luciani

Si occupa sopratutto del contrasto all'immigrazione illegale ma con un approccio globale sia tematico (immigrazione clandestina, regolare, rifugiati e criminalità) sia geografico interagendo con i paesi di transito e di partenza delle rotte migratorie.
"Importante è distinguere le singole condizioni dei migranti: donne, bambini, malati, persone in pericolo di vita, migranti economici che si spostano in cerca di fortuna, non possono esser assimilati a persone legate al crimine organizzato".

L'intervento di Mr. Colombi, rappresentante dell'Ufficio centrale francese per la repressione del traffico illecito di stupefacenti

L'Africa è diventata una base di insediamento stabile dei cartelli sudamericani: i paesi stabili africani servono per la presenza fissa, quelli in crisi vengono usati per lo stoccaggio e per il consumo.
Per la cocaina siamo pessimisti: le navi intercettate nel 2009 e 2010 sono meno di un tempo e i sequestri marittimi sono diventati rari.
Adesso vengono segnalati voli aerei dal Sudamerica con arrivo in Ghana in Mali e altri paesi dell'area. È utile che tutti i programmi di contrasto siano concepiti con un approccio regionale e che coinvolgano tutti i paesi legati dalla rotta delle droghe.

Francisco Javier Velazquez Lopez, Direttore generale della polizia e della Guardia civile del Regno di Spagna

Una simile conferenza ci rende felici perché le conclusioni miglioreranno la sicurezza dei cittadini.
La nostra esperienza ci ha permesso di migliorare i controlli alla frontiera e di rendere più facili i rimpatri. Gli sbarchi sono diminuiti del 50 per cento grazie alla collaborazione con i Paesi africani.
Non esiste la bacchetta magica ma non dovrebbero esserci le condizioni per emigrare correndo rischi per se stessi e per i propri figli.

Ronald Kenneth Noble, Segretario generale dell'Interpol

È un evento unico la presenza dei capi delle polizie estere alla conferenza. I funzionari di polizia che si muovono per lavoro non devono essere rallentati nei movimenti dalle leggi dei singoli stati, per l'immigrazione devono poter viaggiare liberamente.
L'aiuto che è stato richiesto dall'Africa è stato fornito in termini di formazione, di fornitura di mezzi e di collaborazione, questo è il modello da seguire. Il successo di questa conferenza sarà nel tornare a casa e mettere in pratica le idee elaborate in questo incontro.
Lodevole è il lavoro del ministro dell'Interno Maroni per l'impegno nello stipulare accordi bilaterali.

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni

Dopo il saluto alle delegazioni e alle organizzazioni internazionali il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha dichiarato che: "La conferenza è un'occasione su come lavorare insieme per combattere la criminalità organizzata transnazionale, per far sviluppare i paesi dell'Africa e garantire sicurezza all'Europa. Lo sforzo che va fatto - ha continuato il ministro - è di uniformare gli strumenti di aggressione alla criminalità organizzata e del terrorismo partendo dallo scambio di informazioni. La collaborazione con la Libia, infatti, ha portato all'azzeramento dei flussi migratori illegali tra l'Italia ed il Mediterraneo centrale. C'è inoltre la necessità - ha concluso Maroni - di sviluppare una collaborazione internazionale, non a compartimenti stagni, per mettere in campo tutte le conoscenze di tutte le Agenzie; il crimine è diventato globale, abbiamo reso globale l'economia adesso dobbiamo rendere globale la sicurezza".

08/02/2011
(modificato il 17/02/2011)