Roma centrale di riciclaggio: sequestrati beni per 30 milioni di euro

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Beni mobili e immobili per oltre 30 milioni di euro sono stati sequestrati a un'organizzazione criminale composta da elementi di spicco, non solo della criminalità romana, ma anche di Cosa Nostra e della 'ndrangheta. A chiedere e ottenere, dal Tribunale di Roma, il sequestro di beni e il blocco di diversi conti correnti bancari e postali dove transitava il denaro è stato il questore della Capitale Giuseppe Caruso.

Roma era diventata una centrale per il riciclaggio del denaro proveniente dal traffico internazionale di droga. Il denaro "sporco" veniva investito in negozi, appartamenti, auto, ristoranti, barche a vela e perfino in un centro diagnostico. I beni erano intestati a cinque personaggi già noti alla polizia come trafficanti internazionali di stupefacenti e ai loro parenti. "È importante capire che si colpisce più duramente un boss con il sequestro di beni che con una condanna al carcere'' ha affermato il questore di Roma Giuseppe Caruso nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i risultati dell''operazione.

"Negli anni '70 le mafie - ha proseguito Caruso - investivano prevalentemente nei loro territori. Oggi però hanno preso le contromisure e per loro è più redditizio investire, passando inosservati, in luoghi come Roma e Milano, o all'estero, gli enormi patrimoni derivanti dai traffici illeciti''.

Tra gli arrestati spiccano: Fortunato Stassi, originario di Partanna (Trapani), esponente dell'omonima cosca e già condannato in passato per associazione mafiosa e Candeloro Parrello, originario di Palmi (Reggio Calabria), figlio di un capo clan della 'ndrangheta.

05/12/2008
(modificato il 06/12/2008)
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