Latina: sfruttavano braccianti nei campi, 2 arresti
Erano costretti a lavorare almeno 10 ore al giorno, senza pausa, senza copertura sanitaria e assicurativa e senza nessun dispositivo di sicurezza, con una paga che oscillava intorno ai 4 euro l’ora. Inoltre nessuna retribuzione straordinaria era prevista e nessun compenso per il lavoro effettuato nei giorni festivi.
Questo è quanto scoperto dagli agenti della Squadra mobile di Latina che, insieme ai colleghi del commissariato di Fondi, hanno arrestato marito e moglie e denunciato altre tre persone.
Tutti sono accusati di sfruttamento del lavoro e violazione al testo unico sugli stranieri in materia di lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato. I poliziotti hanno inoltre sequestrato le due aziende agricole di proprietà della coppia, dove lavoravano i braccianti.
L’indagine è partita a ottobre scorso dalle dichiarazioni di un lavoratore indiano fornite ai poliziotti dell’Ufficio immigrazione della questura di Latina. L’uomo, privo di permesso di soggiorno e di contratto di lavoro, per sopravvivere e mantenere la famiglia nel Paese d’origine, si sottometteva a condizioni lavorative disumane, con turni massacranti e faticosi, senza neanche un giorno di riposo e con una paga ben al di sotto di quella dovutagli per le mansioni svolte.
Da qui gli agenti hanno ricostruito tutta l’attività svolta nelle aziende agricole. I braccianti, italiani e stranieri, in prevalenza indiani, venivano prelevati nei punti di raccolta anche nei comuni limitrofi e portati prima nell'azienda principale e, poi, divisi sui campi, dove lavoravano tutto il giorno.
I tre indagati, sottoposti a divieto di dimora nel comune di Latina, erano di fatto i controllori che impartivano ordini e vessavano psicologicamente i lavoratori, rivolgendo loro minacce di licenziamento, nel caso in cui avessero rallentato la produzione.
Donatella Fioroni