Pirateria audiovisiva: oltre 5mila siti illegali oscurati

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Più di 5mila tra siti di live streaming e canali Telegram oscurati perché trasmettevano illegalmente contenuti protetti. Sequestri per oltre 10 milioni di euro nei confronti di un’organizzazione criminale. Questo l’esito dell’operazione “The perfect storm” condotta, in 19 Paesi, dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza a contrasto del fenomeno della pirateria audiovisiva attraverso la trasmissione non autorizzata su Internet.

I pagamenti degli abbonamenti avvenivano anche tramite criptovalute. Quindici degli indagati, pur ricavando ingenti somme dalla propria attività illecita, percepivano il reddito di cittadinanza.

In contemporanea con la riproduzione di numerosi eventi on demand, tra cui partite di calcio dei principali campionati europei, centinaia di migliaia di incauti utenti che avevano stipulato contratti di abbonamento con le IPTV pirata, hanno all’improvviso visualizzato sui propri dispositivi un pannello che li avvertiva che il sito tramite il quale stavano illegalmente visionando il programma, era stato sottoposto a sequestro.

Dal pomeriggio del 6 novembre, infatti i poliziotti della Polizia postale insieme ai militari della Finanza, hanno gradualmente spento da remoto le piattaforme, i server e le smart card utilizzate dai pirati, nonchè provveduto a oscurare siti web e i canali Telegram dedicati alla vendita e riproduzione dei contenuti dell’IPTV illegale. Sono state oscurate oltre 5.500 risorse informatiche tra server di trasmissione, piattaforme di gestione, siti vetrina e siti di live streaming e oltre 350 canali Telegram.

L’attività d’indagine è stata volta in 12 Paesi europei con il coordinamento dell’Agenzia europea Eurojust e in 5 Paesi extra Ue (Regno Unito, Usa, Russia, Ucraina e Svizzera).

Le indagini hanno permesso di identificare un sistema organizzativo, a carattere piramidale, rappresentato da piattaforme informatiche di ultima generazione, alimentate simultaneamente da sorgenti di contenuti ubicate in Europa e finalizzate alla trasformazione dei segnali audiovideo protetti da diritto d’autore riconducibili alle principali pay TV e servizi come Netflix, DAZN, Disney+ in flussi dati sistematicamente redistribuiti attraverso server identificati in data center collocati in tutto il mondo. Attraverso questa tecnica, i criminali informatici, a fronte di transazioni economiche disposte anche attraverso criptovalute, erano in grado di alimentare migliaia di servizi illegali di IPTV, nonché servizi web di live streaming, applicazioni mobili e canali Telegram.

Gli agenti hanno già individuato oltre 50 milioni di utenti delle piattaforme illegali, dei quali circa 5 milioni solo in Italia.

11/11/2020