Giorgio Menichini

CONDIVIDI

Giorgio ManichiniNasce a Roma.

E' nominato prefetto nel 1967.

Nel 1973 è prefetto di Bologna e il 5 giugno 1975 è nominato Capo della Polizia.

In quel periodo è in vigore una legge sull'ordine pubblico studiata per facilitare la lotta alle brigate rosse e agli altri movimenti eversivi. È vietata la libertà provvisoria agli indiziati di reati contro l'ordine pubblico e vengono allungati i termini della carcerazione in attesa di processo. A Polizia e Carabinieri è concessa la facoltà di arrestare anche senza ordine di cattura.

E' proprio con il terrorismo che deve fare subito i conti il nuovo Capo della Polizia. Ci sono uccisioni e sequestri che sconvolgono l'Italia. Le forze dell'ordine ottengono un grande successo: Renato Curcio viene nuovamente arrestato dopo undici mesi di latitanza.

La crisi politico-economica che attraversa il Paese non accenna a placarsi.
Scoppia lo scandalo Loockeed e il 6 maggio il Friuli è devastato da un terremoto del 9° grado della scala Mercalli. I morti sono migliaia e interi paesi vengono cancellati.

L'8 giugno a Genova colpiscono ancora le Br. E' assassinato il procuratore generale Francesco Coco. Si era opposto alla scarcerazione dei brigatisti coinvolti nel rapimento del giudice Sossi.

Il piano delle Br è annunciato con un folle volantino che preannuncia l'attacco al cuore dello Stato, ovvero ai suoi fedeli servitori.

Termina il suo incarico il 19 novembre 1976.

20/01/2011
(modificato il 10/05/2019)
Parole chiave: