Terrorismo: Polizia arresta sostenitrice Isis
Le indagini, condotte dalla Polizia di Stato, scaturiscono da acquisizioni di intelligence relative ad un ventunenne miliziano di origini kosovare - legato alla cerchia relazionale dell’attentatore di Vienna, FEJZULAI Kujtim - che lo scorso mese di gennaio, in Germania, ha sposato con rito islamico la cittadina italo-kosovara B.T., destinataria dell’odierno provvedimento cautelare. Parallelamente acquisizioni investigative della Digos di Milano hanno riscontrato analoghi importanti spunti di indagine sulla stessa persona consentendo l’immediato inizio delle attività. La donna, radicalizzata dall’età di 16 anni, fervente sostenitrice dello Stato Islamico, si era recentemente trasferita dal Kosovo a Milano, presso il fratello, pur rimanendo in costante contatto con il marito e con la diaspora kosovara di matrice jihadista. L’attività investigativa è stata diretta dal Capo della Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano dr. Alberto NOBILI e dal Sost. Proc. dr. Leonardo LESTI e condotta dagli uomini della Digos di Milano e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione con la collaborazione dell’E.C.T.C. di Europol. Dopo una mirata attività di monitoraggio da parte degli uomini della Polizia di Stato dell’Antiterrorismo del Capoluogo milanese, lo scorso settembre la donna è stata sottoposta ad una perquisizione delegata che ha consentito di reperire elementi determinanti circa l’intraneità della stessa nei circuiti radicali di matrice jihadista. Difatti, nel suo telefono, sono stati individuati manuali per l’addestramento, contenuti audio e video-fotografici di chiaro stampo apologetico dell’ISIS – con anche recentissimi riferimenti al teatro afghano relativi, in particolare, al rinvenimento della foto, diffusa dai canali mediatici del Califfato, del responsabile del grave attentato esplosivo posto in essere presso l’aeroporto di Kabul il 26 agosto 2021 e rivendicato da “ISIS Khorasan”. Sono state altresì individuate oltre 2000 chat che confermano il suo ruolo propulsivo nell’ambito di un “network femminile”, di sostegno materiale ed ideologico “Stato Islamico”, attraverso rapporti diretti, sempre via chat, con mogli di detenuti per fatti di terrorismo o con mogli di combattenti prevalentemente riconducibili alla formazione terroristica della jihad o guerra santa. Emblematica, a riprova della sua funzione di arruolamento e proselitismo, una chat WhatsApp tra l’indagata e una ragazza kosovara in via di radicalizzazione religiosa, a cui l’arrestata fornisce non solo appoggio sulla scelta di un marito con “capelli lunghi e barba” insieme al quale morire da martire, ma anche cerca di rafforzare il percorso di fede della sedicenne che sogna di celebrare un matrimonio “bagnato con il sangue dei miscredenti”. L’appartenenza della donna all’ISIS ed alla sua cellula balcanica è provata da una registrazione audio in cui la stessa si esibisce in un anasheed, canto a cappella islamico, che testimonia la condizione di assoluta sottomissione al Califfato islamico e all’esaltazione del suo defunto leader Abu Bakr Al Baghdad, in onore del quale la ragazza manifesta la propria disponibilità al martirio. L’arrestata esibisce ulteriormente la propria appartenenza allo Stato Islamico, esibendo con fierezza simboli dell’Isis in alcune foto. Gli esiti dell’attività investigativa sono stati ritenuti dal Gip di Milano dott. Carlo Ottone DE MARCHI, costituire gravi indizi di colpevolezza in ordine alla partecipazione dell’arrestata ad una associazione con finalità di terrorismo.
(modificato il 25/01/2022)