Operazione “Spazio libertà” a Reggio Calabria
Sono accusati di associazione mafiosa e favoreggiamento le 11 persone catturate questa mattina dagli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria e da quelli dello Sco (Servizio centrale operativo).
Le manette sono scattate per esponenti di spicco delle famiglie di ‘Ndrangheta operanti nella piana di Gioia Tauro, appartenenti alle cosche degli Alvaro di Sinopoli e Crea di Rizziconi. Gli stessi hanno agevolato la latitanza di Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro, catturati il 29 gennaio scorso nonché quella di Antonio Cilona appartenente alla cosca Santaiti di Seminara (RC), condannato all’ergastolo in secondo grado.
Il blitz che ha consentito la cattura dei latitanti, inseriti nell’elenco dei ricercati pericolosi, è stato effettuato dopo mesi di indagini e appostamenti degli investigatori della Squadra mobile. (Video)
I due si nascondevano in un covo dotato di ogni comfort, realizzato e gestito dai “vivandieri”, era completamente mimetizzato nella fitta vegetazione, fornito di acqua corrente, energia elettrica, bagno con doccia e di una cucina.
All’interno del bunker sono state trovate armi, esplosivi, detonatori, nonché monitor e delle microtelecamere collegate per la videosorveglianza esterna.
Il ruolo dei “vivandieri”, arrestati questa mattina, era inoltre quello di assicurare ai latitanti i collegamenti con gli altri membri della cosca e con i loro familiari.