Il bilancio 2017 della Polizia postale
Tempo di bilanci anche per la Polizia postale che nell’anno 2017 è stata costantemente indirizzata alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica.
Sono stati effettuati 55 arresti e 595 denunce nell’ambito della pedo pornografia online; tra le operazioni più significative, l’operazione Sweep Web del compartimento Polizia postale di Firenze con l’esecuzione di 45 perquisizioni e 3 arresti per pornografia minorile; l’operazione Black Shadow, condotta dalla Postale di Trento, nell’ambito della quale sono state eseguite 37 perquisizioni e 10 arresti per detenzione e divulgazione di materiale pedo pornografico.
Invece nell’ambito della prevenzione e le attività di monitoraggio della Rete sono stati coinvolti ben 28560 siti internet, di cui 2077 inseriti in black list.
Il fenomeno dell’adescamento di minori online ha registrato 437 casi trattati che hanno portato alla denuncia di 158 persone e all’arresto di 19.
A tal proposito, significativa è stata l’attività denominata Bad Queen condotta dalla Postale di Trieste che ha portato alla denuncia di 7 persone.
Senza dimenticare le indagini avviate a seguito delle segnalazioni di genitori che ha condotto, gli uomini della Polizia postale di Catania, all’operazione “12 Apostoli”, di arrestare 4 persone appartenenti ad un’associazione finalizzata alla violenza sessuale aggravata ai danni di minori.
Un sensibile aumento, rispetto al 2016, è ravvisabile in materia di reati informatici contro la persona (ad es. diffamazione, cyberstalking, trattamento illecito di dati personali, sostituzione di persona) per i quali sono state denunciate 917 persone e arrestate 8.
Di evidente incremento è l’attività di contrasto alla minaccia cyber svolta dal Centro nazionale anticrimine per la protezione delle infrastrutture Critiche (C.n.a.i.p.c.), attestata dal rilevante aumento del numero di alert diramati dalle infrastrutture critiche nazionali che, rispetto al 2016, si è quasi quintuplicato sino a raggiungere 28522.
La tempestiva condivisione dei c.d. “indicatori di compromissione” dei sistemi informatici con i fornitori di servizi pubblici essenziali ha consentito di rafforzare gli strumenti volti alla protezione della sicurezza informatica, garantita anche da una costante attività di monitoraggio.
In tale ambito, il Centro ha ulteriormente gestito monitoraggi della rete che hanno riguardato strutture sensibili di rilievo nazionale.
In particolare la Sala operativa del Centro ha gestito:
1006 attacchi informatici nei confronti di servizi internet relativi a siti istituzionali e infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale;
80 richieste di cooperazione nell’ambito del circuito “High Tech Crime Emergency”.
Tra le attività più significative, si segnalano l’operazione “EyePyramid” a seguito della è stata fermata l’attività di due fratelli, entrambi arrestati, che si dedicavano allo spionaggio informatico politico-istituzionale e industriale e l’operazione “Andromeda” a seguito della quale è stata smantellata una rete botnet, ovvero un insieme di computer infettati da virus informatici e utilizzati dagli hacker per compiere svariati reati in tutto il mondo.