L’Aquila: al via la 7^ edizione di “Una vita da social”
“Una vita da social”, la Campagna itinerante della Polizia di Stato realizzata dalla Polizia postale sui pericoli della Rete, riparte questa sera da L’Aquila in concomitanza con la Cerimonia d’inaugurazione dell’anno scolastico, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti e dal capo della Polizia, Franco Gabrielli.
La cerimonia si è tenuta presso la scuola primaria “Mariele Ventre” attualmente in fase di ricostruzione dopo l’abbattimento per i gravi danni riportati a causa del terremoto del 2009.
Sempre al passo con le nuove generazioni, il Progetto, realizzato in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è giunto alla 7^ edizione e si occupa di sensibilizzare i minori e prevenire i rischi e pericoli della Rete.
Da L’Aquila a Palermo, attraversando lo stivale in 62 tappe con un truck allestito ad aula didattica multimediale, gli operatori della Postale incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito adatto a tutte le fasce di età.
Sul truck di "Una vita da social" oggi c’è stato uno “specialista” d’eccezione che ha intrattenuto i ragazzi: il capo della Polizia Franco Gabrielli.
Il prefetto Gabrielli circondato da vivaci ragazzini ha “faticato” non poco a soddisfare tutte le loro curiosità, dalle funzioni del capo della Polizia, alle attività della Polizia di stato, agli effetti del terremoto.
Alla domanda sul grado di un poliziotto il Prefetto si è soffermato sui nuovi distintivi di qualifica sottolineando l’elemento comune rappresentato dall’aquila, l’elemento distintivo presente sulle divise fin dal 1919.
In mattinata, invece, alle scolaresche che hanno partecipato all'incontro con gli operatori della Polizia postale è stato consegnato "Il mio diario", l’agenda della legalità dove i supereroi a fumetti Vis e Musa, accompagnati dal topo investigatore Geronimo Stilton, aiuteranno i ragazzi a comprendere i diritti e i doveri, l’importanza delle regole nella vita e a conoscere i valori della democrazia.
“Una vita da social” nelle precedenti edizioni ha raccolto un grande consenso di pubblico incontrando oltre 2 milioni di studenti sia nelle piazze che nelle scuole.
La campagna ha riguardato 17 mila istituti scolastici e 300 città sul territorio nazionale.
Da una ricerca di Skuola.net per “Una Vita da Social” è emerso che: un ragazzo su tre, sul proprio social di riferimento, possiede un account falso; il 28 per cento quelli che dichiarano di averne uno oltre a quello “ufficiale”, mentre il 5 per cento è presente ma solo con un fake. Perché questa identità anonima? Principalmente per conoscere gente nuova senza esporsi troppo online (26 per cento), oppure per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano (21 per cento) nonché per controllare tutti quelli da cui sono stati bloccati (20 pe cento). Non manca chi ricorre ai fake per controllare il proprio partner (10 per cento) o chi cerca di sfuggire dal controllo dei propri genitori (il quattro per cento).
Non manca tuttavia uno zoccolo duro, neanche così piccolo, che vive per i like. Per uno su tre, infatti, un contenuto che genera poche interazioni ha un effetto negativo sull’umore. Mentre il 40 per cento, più o meno sporadicamente, è disposto a cancellare un contenuto dalle scarse performance. Su una cosa, invece, i giovani sono in assoluto accordo: il controllo di chi commenta, condivide o clicca mi piace sui propri contenuti. Solo uno su sei dichiara di non farlo mai. Questo perché attraverso la guerra dei like si costruiscono amicizie e rapporti personali: solo il 56 per cento è disposto a dare un giudizio positivo ad un contenuto postato da una persona che in genere non ricambia (il cosiddetto like4like). Mentre sono ancora meno (48 per cento) quelli che non ricorrono mai al like tattico, ovvero ad una approvazione di un contenuto altrui col solo scopo di farsi notare.
Olivia Petillo
(modificato il 17/09/2019)