Brescia: operazione “Atto finale”, 16 arresti
Un’organizzazione criminale legata alla ‘ndrangheta effettuava una vera e propria vendita di denaro a condizioni usurarie ad imprenditori in difficoltà economiche: 16 persone sono finite in manette con l’operazione “Atto finale” della Squadra mobile, del comando provinciale della Guardia di finanza e quello dei Carabinieri di Brescia.
Gli arrestati di oggi sono indagati per i reati di usura ed estorsione commessi con metodo mafioso.
Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Brescia, Milano, Reggio Calabria, Cremona e Ascoli Piceno e l’operazione è stata coordinata dal servizio centrale operativo della direzione centrale anticrimine e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia.
Nell’ambito dell’operazione sono state eseguite anche 20 perquisizioni e sequestrate oltre 77 mila euro, profitto dell’attività illecita.
L’indagine ha messo in luce l’attività estorsiva che gli indagati esercitavano ai danni d’imprenditori del Nord Italia anche durante il periodo di lockdown con condotte intimidatorie, accordi di pagamenti usurari accompagnati da “convincenti sistemi” mafiosi.
È emerso, inoltre che altre persone legate all’organizzazione operavano commettendo frodi fiscali e reati di riciclaggio confermando il radicamento della ‘ndragheta nel tessuto economico nella provincia di Brescia attraverso la creazione e l’uso di decine di società italiane ed estere che emettevano fatture per operazioni inesistenti alterando l’efficienza dei mercati e attribuendo indebiti vantaggi ai partecipanti della rete criminale.
Infatti, queste società assicuravano un giro di fatture false per decine di milioni di euro a vantaggio di imprese locali, riuscendo in questo modo ad attuare una sofisticata e pericolosa forma di “inquinamento” dell’economia legale attraverso l’erogazione di servizi fiscali illeciti.