Mafia: presi i "Golem" di Matteo Messina Denaro

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operazione di poliziaÈ stato utilizzato un nome che appartiene alla mitologia ebraica: "Golem", per indicare l'operazione condotta questa mattina dalla polizia di Trapani che si è conclusa sgominando una parte dell'organizzazione mafiosa controllata dal boss trapanese Matteo Messina Denaro (latitante dal 1993).

Nelle province di Trapani, Palermo, Roma e Piacenza, investigatori appartenenti al Servizio centrale operativo e alle Squadre mobili di Trapani e Palermo, hanno arrestato 13 persone che agivano per conto del loro capo. Le accuse sono di associazione mafiosa, estorsione, traffico di stupefacenti e trasferimento di società e valori.

Agivano per conto del boss

Gli arrestati svolgevano un ruolo fondamentale per la latitanza di Messina Denaro, assicurandogli, tra le altre cose, riservati canali di comunicazione con i componenti dei vertici di Cosa Nostra palermitana. Gli uomini del boss erano in grado di fornire anche documenti d'identità falsi al ricercato, per consentirgli di muoversi liberamente all'estero. Il latitante aveva, infatti, allargato i propri affari in molti Paesi: ha viaggiato in Austria, Svizzera, Grecia, Spagna e Tunisia. I documenti falsi a Matteo Messina Denaro venivano forniti da un pregiudicato romano, Domenico Nardo, di 50 anni. L'uomo è titolare della "World Protection srl" che si occupa di fornire bodyguard nel mondo dello spettacolo.

Per finanziare l'organizzazione in nome e per conto di Matteo Messina Denaro venivano svolte anche altre attività criminali. Gli investigatori hanno scoperto un traffico di sostanze stupefacenti tra la Capitale ed il territorio trapanese mentre un cugino del boss - Mario Messina Denaro, 57 anni, imprenditore caseario di Castelvetrano (Trapani) - imponeva il "pizzo" a commercianti locali.

Gli ordini viaggiavano con i "pizzini"

Uno dei risvolti dell'indagine è stato quello di mostrare la possibilità di Matteo Messina Denaro di comunicare - attraverso gli ormai classici "pizzini" - con i boss detenuti, anche con quelli sottoposti a regime di massima sicurezza (41 bis). "Pizzini" attraverso i quali il latitante diffondeva i propri ordini utilizzando appunto le 13 persone arrestate. Queste agivano passivamente per conto del loro capo proprio come i "Golem" (esseri inanimati di argilla) di una leggenda ebraica del XVI secolo. Secondo la leggenda un rabbino cecoslovacco dell'epoca produceva esseri inanimati in argilla che utilizzava contro i suoi nemici scrivendo ordini sulla fronte dei "Golem".

Nell'ambito dell'operazione "Golem" è stato anche disposto il sequestro di un'azienda produttrice di olio con beni immobili annessi, per un valore di circa 2 milioni di euro. L'impresa era fittiziamente intestata a terze persone per sottrarre il patrimonio mafioso agli inquirenti.

16/06/2009
Parole chiave:
mafia - latitante - pizzini