L’Italia ricorda le vittime del terrorismo
Si celebra oggi il “Giorno in memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi”. Una giornata nazionale, istituita nel 2007, che ricorre proprio nel giorno in cui, nel 1978, in via Caetani a Roma, venne ritrovato il cadavere dell’onorevole Aldo Moro, presidente della Democrazia cristiana, assassinato dalle Brigate Rosse.
A Roma, presso il palazzo del Quirinale, questa mattina, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, assieme alle più alte cariche dello Stato e ai familiari delle vittime, ricorderà le centinaia di vittime causate dal terrorismo, di ogni matrice, nel corso degli ultimi 50 anni di storia repubblicana. Un impegno collettivo per non dimenticare chi ha sacrificato la propria vita in difesa della libertà e della democrazia. All’evento sarà presente anche il capo della Polizia, Lamberto Giannini.
Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ‘80, il nostro Paese fu sconvolto da una serie di attentati e omicidi terroristici di matrice eversiva. Erano i cosiddetti “anni di piombo” che causarono oltre 400 vittime. Molte di loro erano appartenenti alle forze dell’ordine. Ben 61 erano poliziotti, che vennero uccisi in modo premeditato solo per essere servitori dello Stato.
A questi si aggiunsero negli anni 2000 i poliziotti Emanuele Petri e Bruno Fortunato. Entrambi furono coinvolti nel 2003 nella sparatoria, avvenuta su un treno, scatenata, durante un controllo documenti, dai due esponenti delle Nuove Brigate Rosse, Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi.
Emanuele Petri fu ucciso durante il conflitto a fuoco mentre Bruno Fortunato, gravemente ferito, morì alcuni anni più tardi.
I loro nomi sono oggi ricordati dalle formelle presenti nel Sacrario dei caduti della Polizia alla Scuola superiore di Polizia a Roma. Molte delle loro storie, insieme a quelle delle centinaia di vittime innocenti, sono raccontate nella piattaforma digitale fotografica “Al servizio del Paese. Frammenti di storia italiana attraverso le immagini della Polizia” realizzata dalla Polizia di Stato insieme all’agenzia giornalista Ansa.
Debora Mecchia