Il giuramento degli agenti del 220° corso
Sono stati 1.385 gli allievi agenti della Polizia di Stato che questa mattina hanno giurato fedeltà alla Repubblica dopo aver frequentato il 220° corso nelle scuole di Spoleto (Perugia), Piacenza, Abbasanta (Oristano), Brescia, Pescara e Trieste. Nel capoluogo giuliano sono stati trasferiti, per la conclusione del ciclo formativo, gli allievi della scuola del Centro addestramento Polizia di Stato (Caps) di Cesena dopo l’alluvione che ha interessato l’Emilia-Romagna. (Foto)
Nei prossimi giorni i 1.143 uomini e le 242 donne, molti dei quali laureati, verranno assegnati negli uffici e nei reparti della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale per iniziare la loro carriera professionale a tutela della collettività.
La cerimonia di giuramento si è svolta in contemporanea in tutte le scuole con la partecipazione, a Trieste, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del capo della Polizia Vittorio Pisani, accolti al loro arrivo dal prefetto e dal questore triestini, Pietro Signoriello e Pietro Ostuni, dal direttore dell’Ispettorato delle Scuole della Polizia di Stato Tiziana Terribile e dal direttore del Caps di Cesena Bruno Di Rienzo.
Nella splendida piazza Unità d’Italia, di fronte allo schieramento formato da 304 agenti, dalla Banda musicale della Polizia di Stato e dalla Bandiera della Polizia, il capo della Polizia Vittorio Pisani, in video collegamento anche con le altre cinque Scuole, si è rivolto ai neo poliziotti e ha sottolineato “sappiate che questo giuramento racchiude in sé l’essenza del nostro servizio, la fedeltà alla Repubblica e l’adempimento di quei doveri che siamo chiamati a compiere per garantire la civile convivenza della nostra comunità”. (Foto)
Il prefetto Pisani ha proseguito “Il valore sociale del nostro servizio si concretizza proprio nel rapporto quotidiano con il cittadino” per poi concludere “per le funzioni che siete chiamati a svolgere potrete esercitare poteri-doveri che andranno ad incidere sulla libertà personale dei cittadini e sulla loro sfera più intima nell’adempimento di questi compiti. Dovrete sempre avere sempre il massimo rispetto per la dignità umana di chi avrete di fronte, chiunque esso sia un cittadino per bene o un cittadino che ha commesso un reato. Il rispetto dei diritti fondamentali delle persone nei cui confronti eserciterete le vostre funzioni è un dovere assoluto”.
Il Ministro dell’Interno nel suo intervento, rivolgendosi ai 1.385 agenti, ha sottolineato “Il vostro giuramento odierno ci riguarda tutti. Non vincola infatti soltanto voi ma richiama anche noi all'impegno, finché saremo in servizio, di trasmettervi gli altissimi valori e le raffinate competenze che distinguono la Polizia di Stato. Tutto questo nella consapevolezza che alla base della nobile funzione di garantire la sicurezza dei nostri concittadini c'è innanzitutto uno slancio generoso e leale fra colleghi.
Nel proseguire il suo discorso ha ribadito “L'orgoglio che provate oggi indossando questa divisa dovrà essere il motore che vi porterà a cercare sempre di migliorare perché da oggi migliorare voi stessi significherà migliorare la vita delle persone”. Nel concludere, il Ministro ha raccomandato ai neo agenti “Il vostro lavoro chiama in causa la competenza sicuramente, ma anche l'umanità. Sono qualità in uno con la prossimità al cittadino, che devono rappresentare la stella polare delle vostre azioni.
Nel corso della cerimonia, chiusa con la premiazione da parte del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del capo della Polizia Vittorio Pisani e del sindaco di Trieste Roberto Di Piazza rispettivamente del primo, secondo e terzo classicato della Scuola di Trieste, sono stati ricordati i poliziotti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta uccisi il 4 ottobre del 2019 in questura, a Trieste.
Durante il ciclo formativo, i frequentatori del corso, oltre all'addestramento operativo e alle lezioni teoriche, hanno avuto modo di sperimentare l'essenza dell'esserci sempre che caratterizza l'agire della Polizia di Stato. I giovani poliziotti hanno partecipato a diverse iniziative di solidarietà e a quelle relative al valore della memoria, stella polare del vivere quotidiano di ogni poliziotto.
Presso il piazzale della scuola di Spoleto, in occasione della cerimonia di giuramento, è stata esposta la teca contenente i resti della Fiat croma “Quarto Savona 15”, l’auto al cui interno viaggiavano gli uomini della scorta del giudice Giovanni Falcone, i poliziotti Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, il giorno della strage di Capaci.