L'Aquila: operazione antidroga, 21 arresti
Individuati i componenti di un’organizzazione criminale specializzata nel traffico di stupefacenti con base logistica a L’Aquila.
Sono state 30 le misure cautelari emesse dal tribunale dell’Aquila di cui 21 eseguite, stamattina, dai poliziotti della Squadra mobile e da quelli della Sezione investigativa del Servizio centrale operativo del capoluogo abruzzese.
Diciotto persone sono finite in carcere, 2 agli arresti domiciliari mentre una all’obbligo di dimora; per gli altri sono in corso le attività di rintraccio.
Le indagini, durate oltre un anno e supportate dal Servizio centrale operativo (Sco), hanno permesso di accertare l'esistenza di un'associazione per delinquere composta da almeno 28 persone, alcune legate da vincoli familiari. Le intercettazioni telefoniche e quelle ambientali hanno consentito di stimare un giro d'affari annuo di circa due milioni di euro derivante dallo spaccio al dettaglio, in particolare di cocaina, a circa 650 "clienti".
Nell'ambito dell'operazione di oggi sono state eseguite perquisizioni anche nei confronti di altri 12 indagati e le indagini hanno consentito di accertare come tale organizzazione criminale, operante prevalentemente in Abruzzo e anche nel Lazio, era in grado di gestire e commercializzare notevoli quantitativi di droga.
L’associazione criminale ha dimostrato una notevole capacità di adattamento, modificando continuamente i luoghi e le modalità di spaccio per sfuggire ai controlli delle Forze dell’ordine.
In particolare, ha adottato un sistema di consegna a domicilio in punti prestabiliti, individuati nel corso delle indagini.
Il covo, situato alla periferia della città e utilizzato come dimora da uno dei capi dell'organizzazione e dalla sua compagna e rappresentava il fulcro delle attività criminali. Qui venivano immagazzinate le sostanze stupefacenti, preparate le dosi e organizzate le strategie di spaccio. Era, inoltre, il luogo dove i membri dell'organizzazione si riunivano per coordinarsi e ricevere nuove istruzioni.
Un elemento particolarmente significativo, emerso dalle indagini, è il concetto di “contratto a tempo indeterminato” utilizzato dai vertici dell'organizzazione per descrivere l'affiliazione all’associazione. Questo termine, pronunciato da uno dei capi, indicava un impegno a lungo termine da parte dei nuovi membri, ai quali veniva offerta la possibilità di scegliere tra una retribuzione a cottimo (basata sulla quantità di droga venduta) o un compenso in base alle ore effettuate.
L'organizzazione criminale, con una struttura gerarchica ben definita, era guidata da tre capi di diversa nazionalità che si occupavano dell'approvvigionamento della droga e impartivano ordini ai nove affiliati di livello intermedio. Questi ultimi, a loro volta, coordinavano l'attività di quattordici pusher.
L'operazione di oggi, si è avvalsa della collaborazione delle Squadre mobili di Ancona, Ascoli Piceno, Campobasso, Chieti, Foggia, Perugia, Pescara, Teramo, Napoli, Caserta, Isernia, Latina, Macerata, Roma, Terni, Viterbo, Frosinone, delle Sezioni investigative del Servizio centrale operativo di Ancona, Roma, Salerno, Campobasso e Perugia, dei Reparti prevenzione crimine di Pescara, Vibo Valentia, Cosenza, Napoli, Roma e Bari, di 2 squadre cinofile della questura di Pescara ed Ancona e del Reparto volo della questura di Pescara.