Firenze: fermo di otto persone, militanti delle compagini anarco-insurrezionaliste
Si è svolta, nella provincia di Firenze, un’articolata operazione da parte della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri volta al fermo di otto persone, militanti delle compagini anarco-insurrezionaliste di varie realtà nazionali, alcuni dei quali tratti in arresto anche in altre province. I predetti sono stati arrestati in forza del provvedimento di fermo emesso dai magistrati della Procura della Repubblica di Firenze che stanno coordinando la complessa indagine sulla sospetta associazione a delinquere formata dagli odierni arrestati e da altri militanti della stessa compagine, già sfociata lo scorso 31 gennaio in una serie di provvedimenti restrittivi emessi dal GIP di Firenze. In particolare l’operazione odierna, motivata dall’urgenza di prevenire il pericolo di fuga degli indagati, scaturisce dalle consistenti attività investigative immediatamente avviate dalla Polizia di Stato tramite la Digos di Firenze ed il Servizio Centrale Antiterrorismo a seguito del gravissimo attentato compiuto in Firenze, nella notte di Capodanno. Episodio che, seppur diretto contro una sede di CasaPound, ha comportato gravissime conseguenze per il Sovrintendente di Polizia Mario Vece, artificiere della Polizia intervenuto a disinnescare l’ordigno, rischiando di rimanerne ucciso e subendo lesioni gravissime con danni permanenti, consistenti nell’amputazione di una mano e nella perdita dell’occhio destro. L’indagine, da allora proseguita senza sosta, con intercettazioni, pedinamenti estesi anche in altre regioni e, in parallelo, con l’attento esame tecnico e biologico delle tracce reperite sul materiale repertato nel sopralluogo dalla Polizia Scientifica, ha consentito di acquisire un imponente apparato indiziario per l’attentato, a carico di cinque degli odierni fermati, nonché di disvelare l’identità ed altri gravi indizi a carico degli altri tre fermati per un precedente e pur grave attentato contro la Stazione dei Carabinieri di Rovezzano del 21 aprile dello scorso anno, commesso mediante il lancio di tre bottiglie incendiarie contro l’edificio. Tali elementi corroborati dalle attività svolte dai Carabinieri, sono andati ad integrare a carico dei tre predetti attivisti importanti elementi di responsabilità. Pertanto l’Autorità Giudiziaria procedente che sta coordinando l’intera complessa indagine in cui confluiscono sia l’ipotesi di associazione per delinquere che i vari reati commessi nel corso del 2016 per cui furono emesse le misure cautelari del 31 gennaio scorso, ha ipotizzato:
• Per l’attentato a CasaPound i reati di costruzione detenzione e porto in luogo pubblico di un ordigno esplosivo micidiale, tentato omicidio e danneggiamento aggravato;
• Per l’attentato incendiario alla Caserma di Rovezzano il reato di porto in luogo pubblico di ordigni esplosivi e danneggiamento aggravato.
L’operazione odierna, che si è svolta tra Firenze, dove sono state svolte le indagini, Roma e Lecce, dove sono stati fermati alcuni degli indagati, comporta altresì l’esecuzione del sequestro preventivo della sede anarchica de “La Riottosa”, sita in Firenze, località Galluzzo, in un immobile occupato sin dal 2007 e dove il gruppo, anche dopo lo sgombero e sequestro dell’analoga sede di Villa Panico, aveva proseguito le sue attività e riunioni oggetto della presente indagine.
L’intera operazione coinvolge per la cattura dei fermati, le conseguenti perquisizioni e lo sgombero della Riottosa oltre 200 uomini delle Forze dell’Ordine.