Taranto: un fermo per tentato omicidio
La Polizia di Stato ha dato esecuzione al provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Taranto nei confronti di un 42enne, pregiudicato, gravemente indiziato per tentato omicidio aggravato e porto in luogo pubblico di strumenti atti ad offendere. L’attività di indagine, condotta in relazione alle lesioni gravissime riportate da una 73enne mentre si trovava sotto osservazione presso il pronto Soccorso dell’Ospedale SS.ma Annunziata di Taranto, ha consentito di acquisire gravi elementi a carico del fermato, ritenuto responsabile di aver compiuto atti diretti in modo non equivoco a cagionare la morte della predetta donna, colpendola alla tempia destra e conficcandole in profondità nel cranio un oggetto contundente sottile e acuminato provocandole così un vastissimo ematoma cranico, con l’aggravante di avere approfittato di circostanze di tempo, luogo e persona, in relazione all’età avanzata e allo stato patologico della vittima. I poliziotti hanno ricavato la fase della violenta aggressione alla donna dalla visione di alcune telecamere presenti all’interno della struttura, che hanno consentito di ricostruire, seppure solo in parte, gli spostamenti del fermato, ma che una volta messi in strettissima correlazione logico-temporale con gli eventi ricostruiti mediante le dichiarazioni rese da alcuni persone presenti nelle immediate vicinanze della stanza ove giaceva la vittima, hanno consentito in ultimo di addebitare al predetto la responsabilità per l’avvenuta aggressione. L’uomo, disteso su un fianco in una delle salette di attesa, dopo essersi improvvisamente svegliato, e dopo aver mimato ripetutamente il gesto di colpire con violenza qualcuno, è uscito velocemente dalla stanza in cui si trovava, con la mano sinistra nella tasca del suo Gilet (la medesima tasca dove si è potuto ricostruire era solito occultare un cacciavite), portandosi all’interno della sala, poco distante, in cui giaceva la donna, e dalla quale poi, rapidamente si è allontanato per recarsi presso la saletta del triage e raggiungere poi l’uscita del Pronto Soccorso, allontanandosi definitivamente. In ordine all’utilizzo di un “cacciavite” usato nell’aggressione, la ricerca di atti contenuti nel fascicolo personale dell’indagato, ha consentito di rinvenire una traccia storica certa al riguardo, avendo la moglie di quest’ultimo sporto, nel 2008, una querela in cui rappresentava di avere subìto proprio dal marito un’aggressione con un cacciavite. Indosso al fermato soni stati anche rinvenuti documenti relativi a precedenti denunce nei confronti di alcune persone, per asserite aggressioni e minacce subite, ed in relazione alle stesse, una serie di schede di accesso al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Taranto, ove il medesimo si recava allo scopo di farsi refertare.
(modificato il 16/08/2017)