Ancona: operazione antidroga

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La Polizia di Stato di Ancona, ha eseguito 4 misure cautelari e 12 perquisizioni, nei confronti di un sodalizio criminale composto da soggetti appartenenti ad una famiglia di etnia rom stanziali, di origini abruzzesi, costituita da marito, moglie e i loro due figli, tutti pregiudicati per reati contro il patrimonio e lo spaccio di sostanze stupefacenti. I soggetti sono ritenuti responsabili di aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti riguardanti la sfera patrimoniale, in particolare estorsioni e circonvenzione di incapace finalizzata alla truffa, nonché delitti contro la persona come le lesioni personali gravi ed aggravate, lesioni come conseguenza di altro delitto, delitti contro la fede pubblica come la sostituzione di persona e reati in materia di spaccio di sostanze stupefacenti di tipo eroina e cocaina. Oltre ai predetti provvedimenti restrittivi emessi dal competente Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, sono in corso anche diverse perquisizioni locali, nei confronti di altrettanti indagati a vario titolo nello stesso procedimento penale che ha riguardato il gruppo sottoposto al vincolo restrittivo. L’attività d’indagine, ha preso avvio dal monitoraggio di alcuni soggetti stanziali ad Ancona, ritenuti pericolosi, i quali si palesavano attraverso l’assunzione di condotte manifestamente arbitrarie, che trovavano quale naturale palcoscenico i luoghi del Piano San Lazzaro da cui prende il nome l’operazione di Polizia Giudiziaria (Piazza Ugo Bassi e Piazza d’Armi). In particolare, il capofamiglia, unitamente al sodalizio criminale composto dal resto della sua famiglia, moglie e due figli, non lesinava di ostentare la sua arrogante prepotenza rendendosi protagonista di vili aggressioni nei confronti di alcuni tossicodipendenti gravitanti nel quartiere del “Piano San Lazzaro” al fine di avere l’esclusiva sull’attività di spaccio di sostanze stupefacenti sulla predetta piazza anconetana. La capillare attività investigativa, iniziata nell’autunno del 2018, ha ricostruito la rete di “estorsioni” che l’intero nucleo poneva in essere, nei confronti di tutti coloro che in qualche maniera ricadevano sotto le grinfie del gruppo delinquenziale, il quale con modalità parassitarie, attecchiva senza scrupoli, anche su soggetti appartenenti a fasce deboli, non solo al fine di riscuotere il prezzo dello stupefacente ceduto ma anche per vicende che, sebbene estranee allo spaccio di sostanze stupefacenti, permettevano al sodalizio di arricchirsi illecitamente mediante accensione di finanziamenti i cui pagamenti ricadevano sulle vittime.

 

 

14/05/2019
(modificato il 20/05/2019)
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