'Ndrangheta: arrestato latitante tra i 30 più pericolosi
Era in vacanza a Taormina, in provincia di Messina, con la moglie e le tre figlie, Paolo Rosario De Stefano, il boss della 'ndrangheta arrestato, nella notte, dalla Squadra mobile di Reggio Calabria dopo quattro anni di latitanza.
De Stefano, ricercato dal 2005, era inserito nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi e deve scontare una condanna ad otto anni di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso. È stato bloccato in una casa che aveva preso in affitto nella nota località siciliana.
La ricerca del latitante ha avuto una svolta lo scorso 7 agosto con l'allontanamento della moglie assieme alle figlie. Le indagini svolte nella zona tra i comuni di Roccalumera e Taormina consentivano di individuare il ricercato nel paese di Sant'Alessio Siculo. Ieri sera gli agenti della squadra Mobile reggina, con quella di Messina e del commissariato di Taormina, facevano irruzione in un appartamento di via dei Pescatori, arrestando Paolo Rosario De Stefano che era in compagnia della moglie e delle figlie. Non era armato e non ha opposto resistenza all'arresto.
L'arrestato è ritenuto elemento di spicco nel panorama criminale della 'ndrangheta, poiché dopo la cattura nel dicembre 2008 del cugino, De Stefano Giuseppe, è divenuto capo indiscusso dell'omonima e potente famiglia.
L'attività criminale messa in atto dalla cosca, nella provincia di Reggio Calabria, riguardava le estorsioni, la gestione delle opere pubbliche mediante prestanome ed il traffico internazionale di armi e sostanze stupefacenti.
Paolo Rosario De Stefano era l'ultimo dei latitanti della cosca De Stefano, un gruppo criminale che ha fatto la storia della 'ndrangheta, contrapposto al gruppo Imerti in una guerra di mafia che negli anni '80 ha provocato centinaia di morti tra cui i due capi storici della cosca, i fratelli Giorgio, padre di Paolo Rosario, e Paolo.
Per l'importante operazione il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, ha ricevuto le congratulazioni da parte del ministro dell'Interno Roberto Maroni. Anche il Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, ha fatto i complimenti alla polizia: ''Mentre tutti passano il periodo di ferragosto in vacanza, compresi i latitanti - ha detto - ci sono servitori dello Stato che anche in questo periodo fanno fino in fondo il loro dovere. E' grazie a loro che possiamo ottenere questi eccezionali risultati''.
(modificato il 19/08/2009)