Presa banda che falsificava documenti ed espatriava clandestini
Erano diventati il punto di riferimento dei clandestini che dalla Liguria volevano raggiungere il Regno Unito, e, grazie all’attività di una banda composta da italiani e albanesi, realizzavano il loro sogno.
Gli agenti del commissariato di Rapallo e della Squadra mobile di Genova hanno eseguito questa mattina 19 misure cautelari nei confronti di altrettanti appartenenti al gruppo criminale, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, possesso e fabbricazione di documenti falsi.
In carcere sono finiti otto membri del gruppo, mentre ad altre 11 persone è stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Due sono gli indagati ancora ricercati mentre durante l’indagine erano state già arrestate 10 persone, trovate in possesso di documenti falsi mentre tentavano di espatriare.
L’indagine risale al novembre dello scorso anno, quando alcuni poliziotti del commissariato di Rapallo si sono insospettiti per le troppe denunce di smarrimento della carta d’identità da parte di tossicodipendenti della zona; addirittura alcuni di loro avevano denunciato più volte il fatto.
Il nuovo documento rilasciato dal Comune veniva in realtà venduto alla banda, che spesso lo pagava in dosi di droga, e che poi provvedeva a falsificarlo con la fotografia del “cliente” di turno. Il documento veniva consegnato al clandestino insieme a una tessera sanitaria europea che, una volta arrivato in terra britannica, gli avrebbe dato il diritto di usufruire delle cure mediche.
Insieme ai documenti era anche garantita assistenza fino all’imbarco, infatti le persone venivano accompagnate da altri italiani che fingevano di essere della stessa comitiva e che compilavano anche la cosiddetta “intervista di frontiera” rispondendo alle domande poste prima di salire sull’aereo. In questo modo avvolgevano il clandestino in una sorta di cortina di fumo realizzato ad hoc proprio per nasconderlo, e proprio da questo particolare prende il nome l’operazione denominata “Fumo di Londra”.
L’attività fruttava molto al gruppo criminale che, per il servizio completo, si faceva pagare da 6 a 10mila euro.
Dall’attività investigativa, condotta in collaborazione con la Squadra mobile genovese, è emerso inoltre che il gruppo era in grado di reperire e falsificare anche documenti esteri come visti inglesi e carte d’identità rumene.