'Ndrangheta: videolottery e usura, 4 arresti della "Locale di Lavagna"
Prestiti usurai che andavano ben oltre il 120 per cento e se la vittima non pagava veniva minacciata, picchiata e poi spogliata di quote societarie di bar o appartamenti.
Era questo il metodo della “Locale di Lavagna” che aveva preso di mira piccoli imprenditori edili e titolari di bar ed esercizi che tenevano anche slot all'interno.
Gli agenti della Squadra mobile di Genova e del Servizio centrale operativo hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro esponenti della ‘Ndrangheta calabrese operanti nel Levante ligure; due di questi erano già in carcere da giugno a seguito della prima parte dell'indagine "Conti di Lavagna".
Notificato anche un decreto che dispone il sequestro preventivo di beni immobili di pregio, rapporti bancari, veicoli di lusso e quote di partecipazioni azionarie in società attive nel settore delle videolottery, ritenuti provento illecito delle attività della ‘ndrina e il cui valore è stimato in oltre un milione di euro.
Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività finanziaria e traffico di sostanze stupefacenti, aggravati dalle finalità mafiose, nonché riciclaggio di denaro di provenienza illecita con la conseguente intestazione fittizia di beni e società.
Sono almeno una decina i casi di piccoli imprenditori, in prevalenza titolari di bar tra i comuni di Lavagna e Sestri Levante, ai quali l'associazione avrebbe prestato soldi a strozzo.
In un episodio, una delle vittime, a fronte di un prestito di 250mila euro, aveva dovuto restituirne 560mila ed era anche stata picchiata perché indietro con i pagamenti.
I titolari degli esercizi commerciali venivano avvicinati con la scusa del noleggio delle videolottery, dopo di che gli estorsori si offrivano di prestare soldi in caso di difficoltà nei pagamenti.
L'indagine è nata dagli sviluppi di una precedente attività investigativa, denominata "Conti di Lavagna", che, nel giugno 2016, aveva portato all'arresto di otto persone e al sequestro di beni immobili e società per decine di milioni di euro.
Gli ulteriori accertamenti sulle proiezioni e gli interessi economici della ‘ndrina Rodà-Casile nella provincia di Genova, hanno consentito di individuare nuovi investimenti, sia immobiliari che in attività economiche nel settore delle videolottery, realizzati dall’uomo di fiducia del capo della struttura territoriale di ‘ndrangheta denominata “Locale di Lavagna”.