'Ndrangheta, mafia rurale ed estorsioni, 7 arresti nel clan Gallelli
Per quasi vent’anni hanno vessato un imprenditore agricolo di Badolato, in provincia di Catanzaro, imponendo la cosiddetta “guardiania” sui fondi della sua azienda, e sfruttando, per i loro interessi, i terreni della stessa.
Per questo, al termine dell’operazione “Pietranera” (video), gli agenti della Squadra mobile catanzarese, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, li hanno arrestati; si tratta di sette esponenti della cosca di ’Ndrangheta Gallelli, attiva nel basso versante jonico. Sono accusati di numerosi episodi di estorsione, aggravata dalla metodo mafioso, nei confronti dell’azienda agricola.
I mafiosi avevano, di fatto, preso possesso dei terreni dell’impresa, ne fissavano le modalità di sfruttamento e costringevano i proprietari a concederli a pascolo ai loro familiari, impedendone quindi il libero sfruttamento commerciale. Il tutto era coordinato dal capo clan, che si era fatto assumere come custode dell’azienda.
Inoltre, ogni volta che le vittime provavano ad iniziare una produzione agricola intensiva senza aver avuto l’autorizzazione del “custode”, i raccolti venivano completamente distrutti dagli animali della cosca, lasciati abusivamente pascolare sui terreni coltivati.
Per convincere i proprietari a ricorrere ai “servizi” della famiglia, l’azienda era bersagliata da sistematici danneggiamenti a strutture e mezzi, che sarebbero spariti con la protezione della famiglia Gallelli.
L’indagine è iniziata dopo l’ennesimo episodio di danneggiamento: alcuni trattori erano stati resi inutilizzabili con pneumatici bucati e liquidi nei serbatoi della nafta.
L’attività investigativa è stata supportata da numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, avvalorate dalle dichiarazioni delle vittime che, dopo aver subito le vessazioni della cosca per molti anni, hanno deciso di denunciare i fatti.
Sergio Foffo