A 50 anni da Valle Giulia, il ricordo del sovrintendente Antonino Trifirò
C’era anche il sovrintendente capo Antonino Trifirò quel primo marzo di 50 anni fa quando fu scritta una delle pagine più violente della storia degli scontri di piazza che hanno caratterizzato il movimento sessantottino, e che ancora oggi è ricordata come la “battaglia di Valle Giulia”.
“Avevo il compito di gestire l’autoidrante, e quando ebbi l’ordine di intervenire ho aperto anche lo schiumogeno, che fece scivolare i dimostranti e li rallentò” ci ha detto Trifirò quando lo abbiamo incontrato per farci raccontare qualcosa di quella giornata e di cosa significasse portare la divisa in quel periodo di scontri che Pier Paolo Pasolini ha definito “frammento di lotta di classe”.
A tal proposito Trifirò ha sottolineato che: “Non era una lotta di classe, noi eravamo li per difendere le istituzioni democratiche dello Stato”;inoltre quando Pasolini parla dei giovanotti della polizia costretti dalla povertà ad ubbidire, il Sovrintendente non è d’accordo perché lui rispondeva solo alla sua dignità e guai a chi gliela toccava.
A Valle Giulia la facoltà di architettura dell’università di Roma venne occupata da un gruppo di studenti; dopo alcuni giorni di occupazione la facoltà fu sgomberata, e sul posto rimase un presidio delle Forze dell’ordine.
Il giorno dopo, il primo marzo, più di 4.000 studenti, armati di spranghe, sassi, bastoni, catene e bottiglie incendiarie, marciarono verso la facoltà, determinati a riappropriarsene. Quando il corteo giunse sul posto, iniziarono gli scontri, che si estesero a tutta la zona.
Gli agenti schierati a difesa dell’università cercarono in tutti i modi di impedire la nuova occupazione, utilizzando anche gli idranti per disperdere i manifestanti violenti.
(modificato il 02/03/2018)