Presi i furbetti del cartellino della Reggia di Caserta
Dopo aver strisciato il badge lascia il posto di lavoro e va a pranzo in un ristorante, per poi rilassarsi diverse ore seduto al tavolino di un bar, sorseggiando bevande fresche, oppure torna a casa con la moglie e si presenta al lavoro solo per certificare con il badge il “regolare” termine dell’orario di servizio.
Sono solo alcuni dei numerosi episodi di cui si sono resi protagonisti i due dipendenti della Reggia di Caserta raggiunti dalla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Altre quattro persone sono indagate in stato di libertà per gli stessi reati, cioè truffa aggravata continuata e false attestazioni sulla presenza in servizio, in relazione a reiterati episodi di assenteismo, con le aggravanti di aver commesso il fatto in danno di un ente pubblico e in violazione dei doveri inerenti il pubblico impiego.
Si tratta infatti di dipendenti del ministero dei Beni culturali, con nomina di addetti ai servizi di vigilanza presso il complesso vanvitelliano Reggia di Caserta.
Il provvedimento del Giudice per le indagini preliminari è stato motivato dagli inequivocabili indizi raccolti dalla Squadra mobile casertana, durante l’attività investigativa iniziata nel settembre 2016.
Un ulteriore danno provocato dai dipendenti assenteisti è legato al ruolo svolto dagli stessi all’interno della Reggia; l’assenza dei due vigilanti ha infatti agevolato il furto in un sito che in quel momento avrebbe dovuto essere sorvegliato.
Proprio da quell’episodio ha preso il via l’attività investigativa della Mobile, fatta di pedinamenti, intercettazioni ambientali e registrazioni video.
Un altro esempio di assenteismo documentato dall’indagine è quello di uno degli indagati che, dopo aver timbrato, si è recato nel comune di Aversa (Caserta) e, dopo aver parcheggiato l’auto in un parco privato, ci è rimasto fino alla fine del turno di lavoro, facendo poi rientro a casa, non prima di aver certificato la fine del suo estenuante turno di servizio passando il badge nell’apparecchio vidimatore.
Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, i dipendenti si procuravano un ingiusto profitto pari alla porzione di stipendio percepita pur non lavorando, arrecando un pari danno all'ente pubblico di appartenenza che ha retribuito prestazioni lavorative non effettuate e con l'ulteriore danno patrimoniale e di immagine correlato alla mancata presenza del dipendente, per giunta addetto ad un delicato servizio, quello di vigilanza, all'interno della Reggia, esposta così al rischio di atti di vandalismo e non solo.
Sergio Foffo