Nuoto paralimpico: 21 medaglie mondiali per le Fiamme oro
È stato uno storico risultato quello ottenuto dagli atleti azzurri ai Campionati del mondo di nuoto paralimpico, che si sono svolti a Londra dal 9 al 15 settembre, con il nostro Vincenzo Boni che è stato il portabandiera della spedizione azzurra durante la cerimonia di apertura.
I nuotatori italiani hanno messo in bacheca 50 medaglie (20 d’oro, 18 d’argento e 12 di bronzo) conquistando per la prima volta il primato nella classifica finale.
Fondamentale il contributo dei campioni delle Fiamme oro, che hanno portato a casa 9 medaglie d’oro, 9 d’argento e 3 di bronzo.
La regina indiscussa di questi campionati è stata sicuramente la portacolori cremisi Carlotta Gilli, capace di salire ben quattro volte sul gradino più alto del podio (200 misti SM13, 100 dorso S13, 100 e 50 metri stile libero S13), una volta sul secondo nei 100 metri farfalla S13 e una sul terzo nei 400 stile libero S13.
Sono sei anche le medaglie finite sul petto di Antonio Fantin, che ha conquistato l’oro nei 400 stile libero S6 e con la staffetta 4x100 stile libero, l’argento nei 50 (con record europeo) e 100 metri stile libero S6, con la staffetta 4x50 mista insieme a Francesco Bocciardo (record europeo) e con la 4x50 mista mixed insieme al nostro Efrem Morelli, che è stato stratosferico nei 50 metri rana SB3, vincendo l’oro con il nuovo record del mondo.
Francesco Bocciardo ha vinto anche l’oro nei 100 e 200 stile libero S5, l’argento nei 50 stile libero S5, nonché il bronzo nei 100 metri rana SB4.
Dulcis in fundo l’olimpionica dei Rio 2016 Giulia Ghiretti che si è messa al collo l’argento nei 100 metri rana SB4 e il bronzo nei 200 misti.
Un grande risultato per l’Italia e soprattutto per gli atleti che grazie alla loro passione e all’impegno costante riescono a superare grandi difficoltà, raggiungendo obiettivi storici.
“Sono successi che ti gonfiano il petto - ha detto Riccardo Vernole, commissario tecnico della nazionale e poliziotto - Ricevere i complimenti sinceri da tutte le altre nazioni è un motivo di orgoglio. E quando sai che un grandissimo contributo lo hanno dato gli atleti delle Fiamme oro, il senso d’appartenenza, che ti aiuta a costruire nel tempo, insieme alla passione e all’abnegazione, successi inimmaginabili, diventa qualcosa di speciale”.
E il successo è veramente evidente, risultato di un progetto iniziato nel 2009 che ha visto gli azzurri, in meno di 10 anni, passare dal 23° posto ai Mondiali 2010, al primo di questa edizione.
Ma non c’è tempo di cullarsi sugli allori, perché i giochi di Tokyo 2020 si avvicinano e l’obiettivo minimo sarà quello di migliorare il medagliere di Rio 2016, cercando di confermare i risultati di Londra.
Sergio Foffo
(modificato il 17/09/2019)