Arrestato il killer dell'omicidio a Canosa di Puglia
Come nel più classico dei regolamenti di conti, si è avvicinato con calma alla vittima ed ha esploso due colpi di pistola dritti al cuore, di mattina e in pieno centro, a viso scoperto e senza paura di essere riconosciuto. In questo modo il killer ha colpito un pregiudicato, Giuseppe Caracciolo, mentre si trovava a bordo della propria auto in piazza della Repubblica a Canosa di Puglia.
L’uomo, gravemente ferito, ha avuto la forza di ingranare la retromarcia per tentare di sfuggire all’agguato, e, nonostante la collisione con un’altra auto, è riuscito ad allontanarsi e a raggiungere l’ospedale, dove però è deceduto qualche ora dopo.
Gli investigatori della Squadra mobile di Bari e del commissariato di Canosa di Puglia hanno iniziato subito ad indagare, e, grazie alle testimonianze dei presenti e alle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, hanno identificato il probabile responsabile dell’omicidio.
Si tratta di un ottantenne, con diversi precedenti penali, che risponde perfettamente alla descrizione dell’uomo identificato nelle immagini: di età avanzata, claudicante, camicia chiara e marsupio a tracolla, ripreso mentre si allontanava dal luogo della sparatoria.
In poche ore gli investigatori sono risaliti all’identità del sospettato, e quando sono andati a perquisire la sua abitazione, hanno trovato l’uomo che si stava preparando a partire, con una valigia pronta e altri vestiti ammassati dentro alcune buste. Trovati anche gli indumenti indossati durante la sparatoria e sui quali la Polizia scientifica sta facendo gli opportuni rilievi per evidenziare eventuali tracce di polvere da sparo.
Sottoposto ad interrogatorio, il fermato ha ammesso le proprie responsabilità, spiegando che in quel modo voleva vendicare l’aggressione che aveva subito il 14 luglio scorso quando, a suo dire, la vittima, insieme ad un altro pregiudicato, lo aveva percosso pesantemente procurandogli diverse lesioni personali.
Perquisite anche le abitazioni dei familiari con i quali l’indagato era stato in contatto telefonico, e tra di loro anche il figlio, a casa del quale i poliziotti hanno trovato, nascosta sul terrazzo, l’arma del delitto, una semiautomatica calibro 380 a salve ma con la canna modificata, dalla quale era stato espulso il bossolo trovato sul luogo dell’agguato. Per questo motivo anche il figlio dell'ottantenne è stato arrestato con l'accusa di favoreggiamento e detenzione abusiva di armi.
Sergio Foffo
(modificato il 29/09/2020)