Lucca: presa banda di giovani spacciatori-rapinatori
Si tratta della, purtroppo, solita storia di prevaricazioni tra giovani e bullismo, che spesso si trasforma in aggressioni, violenze, rapine o estorsioni.
I fatti di cui stiamo parlando sono avvenuti a Lucca il 7 ottobre scorso, quando, in pieno centro storico, due ragazzini di quindici anni sono stati aggrediti e rapinati da un gruppetto di giovanissimi, tre minorenni e un maggiorenne, ai quali si erano rivolti per acquistare dell’hashish.
Il capobanda, un 20enne, ha attirato i due “clienti” in un luogo appartato e, dopo aver mostrato la “merce”, si è manifestato insoddisfatto della richiesta dell’equivalente di “soli” 10 euro di stupefacente.
Dopo la pretesa iniziale di un acquisto più consistente, sono iniziati i primi spintoni e strattonamenti violenti, seguiti da schiaffi, con lo scopo di far confessare ai due la somma che avevano in tasca. Per vincere la resistenza delle vittime il maggiorenne ha estratto un coltello e lo ha puntato alla gole di uno dei due, ferendolo superficialmente, riuscendo così a farsi consegnare tutti i soldi che i due avevano, in totale 60 euro. I due aggrediti sono stati poi lasciati andare con la minaccia di ritorsioni qualora avessero denunciato la cosa.
Ulteriori minacce sono arrivate tramite social network: uno dei due ragazzi aggrediti ha ricevuto un messaggio minatorio sul suo profilo Instagram; il mittente era sconosciuto, ma i poliziotti lo hanno individuato: si tratta di un altro giovane, estraneo all’aggressione, ma anch’esso vittima degli stessi aguzzini, che lo hanno obbligato ad inviare l’intimidazione.
Dopo la denuncia, la Squadra mobile di Lucca ha iniziato ad indagare analizzando le immagini delle telecamere di sicurezza installate nella zona, e alla fine ha scoperto che le descrizioni delle vittime corrispondono ad alcuni ragazzi monitorati dalla Mobile che da un po’ di tempo seminavano il terrore tra i coetanei con atti di bullismo, spesso degenerati in violenze e rapine.
Alcuni di questi, gli stessi che hanno aggredito i due minorenni, sono stati i protagonisti di una segnalazione fatta alla questura con la quale si denunciava che dei ragazzi avevano “scarrellato” (cioè maneggiato arretrando l’otturatore come per mettere il colpo in canna) una pistola nel parcheggio di un bar.
E proprio durante la perquisizione svolta nelle abitazioni degli indagati per la rapina, gli investigatori hanno trovato una pistola giocattolo, ma molto simile ad una vera, che corrisponde a quella descritta nella segnalazione.
I tre componenti minorenni della banda sono stati sottoposti alla permanenza in casa, l’equivalente degli arresti domiciliari, mentre il 20enne è stato condotto in carcere per la custodia cautelare, anche a causa del lungo elenco di precedenti presenti nel suo curriculum criminale. Il giovane infatti, a partire dal 2015, è conosciuto per aver commesso diverse rapine, per le quali era stato già arrestato ancora minorenne; in seguito si era “specializzato” in rapine ai danni di coetanei e nello spaccio di stupefacenti. Nella camera che aveva preso in affitto, i poliziotti hanno trovato il coltello utilizzato per la rapina, un guanto in acciaio e un proiettile.
È fondamentale che in questi casi i giovani trovino il coraggio e la forza di rivolgersi ai propri genitori o direttamene alle Forze dell’ordine, utilizzando anche l’app gratuita YouPol realizzata dalla Polizia di Stato proprio per segnalare, anche in forma anonima, episodi di bullismo, violenza o spaccio. Solo così si possono interrompere questi episodi, che, a volte, sono così pesanti, fisicamente e psicologicamente, da indurre alcune vittime a commettere gesti irreparabili.
Sergio Foffo