Investigatori albanesi si specializzano in Italia
Sono 27 gli investigatori albanesi del National bureau of investigation (Nbi) che da oggi, per una settimana, svolgeranno un training formativo nel nostro Paese.
L’attività è organizzata dalla Direzione investigativa antimafia (Dia), l’ufficio italiano più simile al Nbi, che a sua volta è incardinato nello Spak, acronimo della nuova struttura speciale istituita in Albania per la lotta alla corruzione e al crimine organizzato e che comprende anche la Procura speciale (Spo).
All’apertura dei lavori hanno partecipato per l’Italia, il prefetto Vittorio Rizzi, vice capo della Polizia e direttore centrale della Polizia criminale, promotore dell’iniziativa, e il dirigente generale di pubblica sicurezza Maurizio Vallone, direttore della Dia; per l’Albania erano presenti il procuratore della Procura speciale Arben Kraja, e la direttrice del Nbi Aida Hajnaj.
L’iniziativa, realizzata nell’ambito del progetto Pameca V, finanziato dall’Unione europea e a guida italiana, ha lo scopo di rafforzare ulteriormente la cooperazione bilaterale di polizia tra Italia e Albania, mettendo a disposizione dei colleghi albanesi la migliore competenza nazionale sui temi strategici quali la lotta alla criminalità organizzata e il narcotraffico.
L’attività di training si articolerà su seminari tematici relativi a materie di comune interesse, con visite a strutture d’eccellenza come il Servizio polizia scientifica, il Centro di ricerca per l'analisi delle informazioni multimediali (Craim) e la Polizia postale e delle comunicazioni.
In partenza da Tirana, gli investigatori albanesi sono stati salutati, presso l’Accademia della sicurezza, dall’ambasciatore italiano Fabrizio Bucci, che ha sottolineato la qualità del lavoro svolto congiuntamente nel settore della polizia criminale e della cooperazione giudiziaria.
L’Italia ha avuto sempre un intenso rapporto di cooperazione con l’Albania, non dovuto esclusivamente alla vicinanza geografica, ma a comuni radici culturali e alla presenza nel nostro Paese di una comunità molto numerosa di cittadini albanesi.
E, sotto il profilo della sicurezza, i risultati operativi premiano questa collaborazione: l’Albania si colloca, infatti, al primo posto tra i Paesi extra Unione europea sia per numero di latitanti attivi (ricercati dalle autorità italiane e rintracciati in Albania) che di estradizioni attive, e al secondo posto per numero di latitanti passivi (rintracciati in Italia perché ricercati dalle autorità albanesi).