Truffa ai danni dell'Inps: 3 arresti a Foggia

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Un medico legale e un funzionario amministrativo dell’Inps, insieme a un dipendente di un patronato Caf (Centro assistenza fiscale), avevano messo in piedi un sistema per truffare lo Stato attraverso il riconoscimento dell’invalidità totale, anche senza visita medica, in cambio di denaro.

Al termine dell’indagine svolta dagli agenti della Squadra mobile e della Guardia di finanza di Foggia, i tre uomini sono stati arrestati e dovranno rispondere dei reati di corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falso ideologico e materiale, truffa ai danni dell’Inps.

Tutto ruotava intorno alla figura del medico legale, che sfruttava la sua funzione di componente della commissione di riconoscimento delle invalidità presso la sede Inps di Foggia, mentre gli altri due arrestati avevano il ruolo di procacciatori di clienti e intermediari.

In cambio di denaro o altre utilità ricevuti da altre persone attualmente indagate in stato di libertà, i tre riuscivano a far ottenere l’invalidità totale necessaria per ottenere pensioni o altri emolumenti da parte dello Stato, oppure il passaggio di categoria da invalidità sottoposta a revisione periodica a invalidità permanente.

L’attività investigativa è stata avviata nell’estate 2019, dopo l’incendio, risultato poi doloso, dell’auto di una dottoressa che collaborava con l’Inps.

Dalle successive intercettazioni telefoniche emerse l’esistenza, nella locale sede Inps, di pratiche illegali che coinvolgevano le tre persone arrestate.

Diversi gli episodi di corruzione accertati dagli investigatori; una donna ha consegnato mille euro al medico dell’Inps e un telefono di ultima generazione di pari valore al fine di ottenere il riconoscimento dell’invalidità totale.

Un’altra donna, un avvocato di Foggia, ha promesso 3mila euro, versandone 1.700 come anticipo al medico e ai due intermediari, per ottenere il transito dello stato di invalidità del proprio genitore, da revisione periodica a permanente.

In un altro caso sempre lo stesso medico, al fine di favorire un imprenditore del settore balneare del comune di Manfredonia, ha attestato falsamente l’idoneità di sette dipendenti, redigendo falsi certificati predatati, senza averli visitati.

Infine è risultato che, sempre lo stesso medico, attestava falsamente la sua presenza in ufficio, pur percependo il relativo stipendio.

Sergio Foffo

30/06/2021