Genova: furti in casa di anziani, presa la "Banda Bassotti"
Come squali a caccia della preda, due uomini, a bordo di uno scooter, scandagliavano le strade alla ricerca della vittima perfetta: una persona anziana da ingannare e depredare.
Al termine dell’indagine denominata “Banda Bassotti”, due malviventi, con numerosi precedenti, sono stati arrestati dai poliziotti del commissariato di Chiavari, in provincia di Genova.
Diverse le accuse nei loro confronti: furto aggravato in concorso, contraffazione di sigilli e possesso di distintivi contraffatti.
L’attività investigativa ha preso il via nel mese di maggio, subito dopo il furto commesso a Chiavari ai danni di una coppia di 90enni.
Due uomini, poi rivelatisi zio e nipote, si erano presentati agli anziani come un ispettore della società che gestisce l’acquedotto, inviato a controllare una perdita nel condominio, e un agente della polizia locale.
Lo stratagemma era molto convincente perché i criminali avevano tesserini e distintivi contraffatti, e il falso agente indossava una pettorina con la scritta “polizia locale”.
Una volta entrati in casa delle vittime i ladri le hanno derubate di oggetti preziosi e denaro per un valore di circa 250mila euro.
Gli investigatori del Commissariato, partendo dall’analisi delle registrazioni acquisite dalle numerose telecamere di sicurezza installate nei comuni di Chiavari e Lavagna, sono riusciti ad individuare malviventi e a ricostruire i loro movimenti.
Arrivati a Lavagna a bordo di un furgone intestato ad un prestanome, sul quale trasportavano uno scooter con targa clonata, i ladri si sono messi a caccia di possibili vittime.
Dopo un tentativo andato a vuoto, hanno individuato quella giusta, riuscendo a mettere a segno il colpo.
Dopo aver accertato che il furgone partiva dalla Versilia, i poliziotti di Chiavari, in collaborazione con gli agenti del commissariato e della polizia locale di Viareggio, si sono appostati alle uscite dei caselli, hanno intercettato il furgone e, dopo un breve inseguimento, sono riusciti a bloccarlo sull’Aurelia mentre si dirigeva verso Marina di Pietrasanta.
A bordo del mezzo sono state trovate le prove inequivocabili che hanno portato all’arresto dei due uomini: oltre alla moto utilizzata in occasione del furto avvenuto a Chiavari e in altri reati analoghi commessi in Liguria e Toscana, sono stati sequestrati strumenti ed oggetti utilizzati per commettere reati. In particolare trasmittenti e scanner sintonizzati sui canali delle Forze dell’ordine, un jammer utilizzato per disturbare i segnali radio, strumenti per lo scasso, pettorine con la scritta “polizia locale" con i relativi falsi tesserini e distintivi, falsi documenti di appartenenti alle Asl e di ispettore dell’acquedotto, targhe clonate, bombolette spray al peperoncino.