Salerno: arrestato brigatista

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operazione di poliziaPartecipazione a banda armata nelle Brigate Rosse per il Partito comunista combattente. È il motivo dell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Massimo Papini, 34 anni, romano. Alle prime ore di questa mattina a Castellabate (Salerno) gli agenti delle sezioni Antiterrorismo della polizia di Roma e Bologna, insieme alla Digos di Salerno hanno arrestato l'uomo che si trovava nella provincia salernitana per lavoro.
Il suo nome era già emerso nelle indagini successive all'arresto di Nadia Desdemona Lioce avvenuto il 2 marzo del 2003 in cui rimase ucciso il sovrintendente della Polizia di Stato Emanuele Petri. Nella sparatoria avvenuta sul treno, lungo la tratta Roma-Firenze, fu ucciso anche il brigatista Mario Galesi. Il sacrificio di Petri e l'arresto della brigatista Lioce hanno permesso agli investigatori di ricostruire la storia delle nuove Brigate Rosse.

A Papini sono attribuite una serie di comunicazioni con la brigatista Blefari (condannata per l'omicidio Biagi) con schede telefoniche prepagate in maniera 'dedicata', ossia con chiamate dirette ad un solo interlocutore, nel periodo di studio delle abitudini di Marco Biagi. Anche la ricostruzione di una serie di spostamenti, attraverso tabulati telefonici, fanno ipotizzare che Papini potesse aver accompagnato la Blefari in un Internet point, vicino alla stazione Termini, per rivendicare l'attentato al professor Biagi.

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni si è congratulato con il capo della Polizia Antonio Manganelli per l'operazione conclusa, dichiarando "l'arresto di Papini testimonia che lo Stato non abbassa la guardia nei confronti del terrorismo e sbarra la strada a ogni tentativo velleitario di ricostituzione di bande armate che, grazie ad un'efficace azione di contrasto, sono state disarticolate."

01/10/2009
Parole chiave:
Brigate Rosse - terrorismo