Messina: piĂą di 200 milioni di euro confiscati a boss della mafia
Beni per un valore di oltre 200 milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia di Messina a Mario Giuseppe Scinardo, 44 anni, accusato di associazione mafiosa come esponente di primo piano del clan di Mistretta. Il patrimonio era costituito da diverse societĂ e ditte individuali, con un volume d'affari di svariati milioni, da 230 immobili tra cui appartamenti, ville, locali commerciali, aziende agrituristiche, vinicole e appezzamenti di terreno; impianti di lavorazione del calcestruzzo, camion, escavatori, trattori e automobili di grossa cilindrata.
L'indagato, secondo gli inquirenti, è un uomo di fiducia del capo di Cosa Nostra nella provincia di Messina, Sebastiano Rampulla il cui fratello Pietro è stato condannato come "l'artificiere" (confezionò e fece esplodere l'ordigno) della strage di Capaci in cui furono uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti della scorta.
Gli accertamenti patrimoniali, che avevano giĂ portato alle operazioni "Belmontino" e "Malaricotta" per il sequestro preventivo degli stessi beni ora acquisiti definitivamente dal patrimonio dello Stato, sono stati estesi a tutti i componenti del nucleo familiare di Scinardo. Il provvedimento del Tribunale di Catania, oltre alla confisca, ha disposto per Mario Giuseppe Scinardo anche 3 anni di sorveglianza speciale e una cauzione pari a 50 mila euro.
(modificato il 02/11/2009)