CUNEO: POLIZIA STRADALE SCOPRE TRUFFA NEL COMMERCIO AUTOVEICOLI, DENUNCE.
La Polizia Stradale di Cuneo ha concluso una complessa indagine nei confronti del titolare e di alcuni dipendenti di una nota azienda specializzata nella vendita di veicoli, motoveicoli e ciclomotori. Esercizio abusivo dell'attività di demolizione di auto-motoveicoli fuori uso, gestione irregolare di rifiuti pericolosi e non, ricettazione, falsità in atti pubblici e privati, truffa ed usura i reati contestati. La ditta oltre al commercio di auto-motoveicoli, disponeva al suo interno di un'attrezzata officina, ove venivano smontate le parti di ricambio dei veicoli usati, che venivano poi riutilizzate, sebbene alcune di esse, inerenti alla sicurezza ed alla stabilità dei veicoli (organi di sterzo, ammortizzatori, ecc.), sarebbero dovute essere sottoposte preventivamente a collaudo e certificazione. Con il pretesto dell'attività lecita i denunciati simulavano la vendita di veicoli nuovi e usati e di capi d'abbigliamento e accessori (tute da motociclista, giubbotti, caschi protettivi etc.), concedendo prestiti con rimborsi rateali a persone in difficoltà economica e quindi bisognose nell'immediato di denaro contante. Tali prestiti erano concessi mediante l'apertura di finanziamenti accesi con operazioni di credito al consumo, garantendo alla finanziaria il buon fine della pratica, che veniva avvalorato dal versamento fittizio o "gonfiato" nel contratto di una somma in denaro contante, così da poter invogliare la concessione da parte della finanziaria della somma richiesta. Una volta andato a buon fine il finanziamento, il cliente riceveva solo una parte della somma dal titolare dell'autosalone che invece incassava dalla finanziaria la cifra complessiva trattenendo per sé la differenza. Il veicolo veniva poi fatto figurare come rivenduto dal cliente alla concessionaria, che a questo punto glielo ripagava fittiziamente come usato (nonostante fosse di fatto nuovo perchè mai consegnato), traendo da tale procedura illecita ulteriori guadagni, sia dalla successiva vendita a terzi, sia dalla percentuale che la stessa finanziaria gli versava come commissione per il servizio reso. Dal canto suo, il cliente bisognoso, riusciva a superare le difficoltà finanziarie nell'immediato, restituendo poi la somma alla finanziaria con il pagamento mensile delle rate del prestito, che naturalmente ammontavano ad una cifra notevolmente superiore a quella effettivamente ricevuta. Il reato di usura si concretizzava con i guadagni ottenuti dalla differenza tra la somma finanziata e quella effettivamente consegnata dal titolare dell'autosalone al suo cliente che, invece, doveva restituirla nella sua totalità. Il sistema escogitato dagli indagati era particolarmente efficace, perché documentalmente appariva tutto regolare, in quanto i veicoli figuravano regolarmente venduti, fatturati e riacquistati dopo poco tempo, per poi essere nuovamente commercializzati. Inoltre, con tale procedura gli indagati non correvano alcun rischio economico, in quanto, come spesso accadeva, se il cliente era insolvente il danno era a carico unicamente delle società finanziarie che avevano concesso il prestito, inoltre, il veicolo per il quale era stato concesso non poteva essere recuperato a rimborso del danno, poiché già rivenduto ad un terzo acquirente estraneo ai fatti (in buona fede). Nel corso dell'indagine sono stati sequestrati numerosi immobili e più di 700 veicoli, 300 dei quali, in ottemperanza a quanto disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Saluzzo, sono poi stati distrutti poiché assolutamente non idonei alla circolazione. Con queste attività la ditta riusciva ad incrementare il proprio giro d'affari acquistando terreni, immobili, enormi "stock" di veicoli, così da dettare una forma di monopolio nel campo dei motoveicoli e ciclomotori non solo nella Provincia di Cuneo, ma in tutto il Piemonte e nelle Regioni limitrofe, grazie anche alla pubblicità che veniva fatta in merito a prestiti agevoli e facilitati, al ritiro dell'usato e alla vendita di veicoli nuovi a prezzi stracciati, ovvero di usati pari al nuovo.