Manganelli: "allo stadio la sicurezza partecipata funziona"

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Il capo della Polizia Antonio Manganelli"La sicurezza partecipata non è uno slogan; lo dimostra l'attività svolta per contrastare gli episodi di violenza fuori e dentro gli stadi che, mettendo a fattor comune le risorse di tutti gli attori competenti e condividendo problematiche e strategie ha portato, negli ultimi 5 anni, a una riduzione del 42 per cento degli incidenti". Ad affermarlo il capo della Polizia Antonio Manganelli - direttore generale della Pubblica Sicurezza - nel corso di una conferenza che si è tenuta venerdì mattina alla Scuola di perfezionamento per le Forze di Polizia.

La svolta dopo la morte di Raciti

"Stadi e sicurezza partecipata" è stato l'argomento trattato da Manganelli nell'incontro avvenuto di fronte ad una platea composta dagli allievi della Scuola compresi i frequentatori del 25^ corso di "Alta formazione".

Il prefetto Manganelli ha parlato con soddisfazione dei risultati ottenuti nel contrasto alla violenza negli stadi negli ultimi anni, in particolare dopo la morte dell'ispettore Filippo Raciti il 2 febbraio 2007. "La sua morte rappresenta lo spartiacque rispetto alla svolta che abbiamo impresso per combattere il fenomeno; fino a quel momento" ha detto Manganelli "i dati che uscivano dalle partite di calcio erano una specie di bollettino di guerra; una guerra gestita senza la fermezza e la determinazione necessarie". Negli ultimi 5 anni prima della tragedia dello stadio "Massimino" di Catania si erano registrati ben 1.114 incontri con incidenti, 6 mila feriti, 8 mila denunce e 1.500 arresti.

Sinergie e forze comuni

L'Osservatorio per le manifestazioni sportive già esisteva da qualche anno e ora è diventato, secondo il direttore della Pubblica Sicurezza, un valido strumento che mette intorno al tavolo tutte le componenti dello sport e della sicurezza, ma anche gli attori privati che in qualche modo sono interessati dal fenomeno come Trenitalia e Autogrill. "Ed è così che si fa sicurezza: mettendo insieme le sinergie ognuno secondo il proprio ruolo". Perché "le soluzioni intelligenti" dice Manganelli "sono quelle difficili che nascono dagli incontri, dalle mediazioni e dalle condivisioni".

Dati e risultati

In questi anni sono state tante le iniziative intraprese come i tornelli a lettore ottico, i biglietti nominativi, la cabina di regia per la sicurezza e l'istituzione degli steward; ma tante sono state anche le richieste, ha detto il capo della Polizia, rivolte alle società di calcio che "hanno fatto sacrifici enormi per mettere in sicurezza gli stadi a spese loro, anche se non sono di loro proprietà". Un obiettivo è stato raggiunto: quello di non fare intervenire la polizia all'interno degli stadi dove ogni domenica sono operativi oggi circa 10 mila steward.

Grazie alle nuove norme di sicurezza si è arrivati dunque a un diminuzione del 42 per cento degli incidenti, rispetto a 5 anni fa, del 70 per cento dei poliziotti feriti e all'incirca un 50 per cento in meno di feriti tra la gente. Ci sono inoltre, oggi, in atto 3.970 Daspo (diffida ad assistere alle partite) di cui ben 1.500 disposti quest'anno. Altro risultato positivo, segnalato ancora dal capo della Polizia, è l'aumento degli spettatori in serie A: del 2 per cento rispetto all'anno scorso e del 9 per cento rispetto a due anni fa.

La criminalità organizzata tra i tifosi

Tra gli argomenti di interesse toccati dal direttore del Dipartimento di pubblica sicurezza c'è il legame tra alcune tifoserie violente e la criminalità organizzata. "In alcune curve nella dislocazione delle tifoserie si riflette l'assetto criminale della città; e si comincia a capire cosa significa lotta per il controllo del territorio" ha dichiarato Antonio Manganelli, raccontando come anche a Napoli per le cosche "il controllo del territorio significhi difesa della propria identità".

Un futuro di rigore

Cosa si prevede dunque per il futuro? Per il prossimo campionato di calcio ha dichiarato Manganelli "prevedo un futuro all'insegna del rigore in cui saranno vietate le trasferte ai sostenitori dei club che non hanno ancora adottato la tessera del tifoso, che tra l'altro non è affatto una schedatura ma uno strumento per la fidelizzazione e una opportunità in più per i tifosi. Inoltre un'attenzione particolare sarà rivolta alle investigazioni sul mondo dei violenti".

In collaborazione con Poliziamoderna.

10/05/2010
(modificato il 09/06/2010)