Grecia e Germania: due poliziotte europee si raccontano

CONDIVIDI

La polizia tedesca e quella grecaLa redazione del nostro sito ha intervistato Eleni-Lefkothea Lionti, agente della Polizia di pronto intervento dell'Attica (Grecia) e Christine Jung, ispettore (Polizeioberkommissarin) della Polizia federale aeroportuale di Monaco di Baviera, venute a rappresentare i loro Paesi alle celebrazioni del 158° anniversario della Polizia di Stato.

Quali sono le motivazioni che ti hanno spinta a entrare in Polizia?

Heleni: Sin da bambina sono sempre stata un tipo molto dinamico. E anche se sono una donna, mi piace sapermi difendere. Lavorare in polizia mi ha aiutato a credere in me stessa e a essere indipendente. Naturalmente, ci sono anche altre motivazioni di carattere pratico.

Christine: È una professione che offre molte possibilità, per esempio lavorare in un altro Paese, come sto facendo io in questo momento, all'aeroporto di Milano Malpensa. E poi mi piace molto lavorare a diretto contatto con la gente, sia colleghi che persone di nazionalità diverse.

Come concili gli impegni della vita familiare con il lavoro?

Heleni: Credo che il giusto equilibrio consista nel tenere separate le due cose. Quando finisco il mio turno e ritorno a casa cerco di lasciarmi alle spalle i problemi lavorativi. Questo perché, quando stacco, ho bisogno di rilassarmi e di dedicare il resto della giornata alla cura della mia famiglia e della casa. Se mi portassi dietro i problemi di lavoro non mi resterebbe tempo per i miei cari.

Christine: Normalmente presto servizio all'aeroporto di Monaco. Lì sono capogruppo e faccio i turni, quindi mi capita di lavorare di mattina, di pomeriggio o di notte. Spesso sono in servizio anche durante i fine settimana. Sono single e non ho figli, quindi per me è facile conciliare vita familiare e carriera. Comunque, credo che anche avendo un figlio sia possibile organizzarsi in base all'orario di lavoro.

Qual è la parte più interessante del tuo lavoro?

Heleni: Personalmente mi sento soddisfatta e appagata quando riesco ad aiutare chi ha davvero bisogno di assistenza e protezione da parte della Polizia. Non c'è maggiore soddisfazione per un poliziotto che la gratitudine di un cittadino in difficoltà al quale sei riuscito a dare una mano.

Christine: Personalmente ritengo che la soddisfazione più grande sia stata lavorare in un altro Paese. Ma per me è importante anche riuscire a svolgere al meglio il mio lavoro quotidiano. Ogni giorno è diverso dall'altro e se lavori in un aeroporto c'è sempre una situazione nuova da affrontare.

È più difficile per una donna fare carriera in polizia?

Heleni: Sicuramente sì. Se si vuole fare carriera in Polizia bisogna lavorare sodo. Si deve fare la gavetta e farsi le ossa anche in settori difficili come l'antidroga o altri servizi impegnativi, come l'attività sottocopertura, nei quali non è così facile per una donna farsi valere. Non sono comunque poche le donne che riescono ad avere una carriera di successo, conquistando posizioni di primo piano.

Christine: No, non credo. Le donne hanno le stesse possibilità degli uomini. Lavorare in polizia permette, a mio parere, di conciliare vita familiare e carriera.

Ti piacerebbe avere un capo della polizia donna?

Heleni: Fino ad oggi non è mai accaduto che una donna diventasse capo della Polizia, perché spesso le donne vanno in pensione prima di aver avuto il tempo di salire così in alto nella scala gerarchica. Ecco perché penso che non sia molto facile per una donna diventare capo della Polizia. Ma questo comunque non significa che una donna nominata a quell'alto incarico non sarebbe in grado di svolgerlo al meglio.

Christine: Dipende! Penso ci siano tantissime donne in gamba che hanno tutte le carte in regola per ricoprire questo ruolo.

15/05/2010