Roma: “;il gioco è fatto”;, arresti per truffe, usura e riciclaggio
Volevano vendere anche la sede della questura di Roma, la palazzina di via San Vitale per 900 mila euro, e per questo avevano già incassato una caparra di 50 mila euro. Questa è solo l'ultima delle tante truffe messe a segno dalla banda composta da 11 persone arrestate stamattina dalla Squadra mobile di Roma, al termine di un'indagine durata due anni coordinata dalla direzione distrettuale antimafia capitolina.
Il gruppo, capeggiato da Francesco Mario Dimino, di origine siciliana, si occupava anche di usura e riciclaggio. I criminali avevano messo a segno truffe a commercianti, professionisti, impiegati e ad esponenti del mondo dello spettacolo e delle forze dell'ordine. Oltre a proporre l'acquisto di immobili, venivano proposte anche assunzioni, millantando amicizie politiche.
In modo fittizio avevano venduto anche l'appartamento del giocatore della Roma, Cafu, la casa dell'ex presidente della Lazio, Cragnotti, fino alla palazzina della Coin di via Cola di Rienzo. Il gruppo però intascava solo le caparre. Per le operazioni potevano contare su una serie di amicizie e complici come avvocati, commercialisti, agenti immobiliari e assicuratori. Alle vittime venivano dati gli appuntamenti spesso nella sede del tribunale civile di Roma poiché vantavano amicizie negli ambienti legali.
Ma il gruppo prestava anche il denaro a tassi usurai e per ricevere il pagamento delle rate utilizzavano anche personaggi di spicco della banda della Magliana e della malavita romana.