Taranto: operazione Dirty Money
La Polizia di Stato di Taranto, su provvedimento del GIP del locale Tribunale, ha arrestato otto persone, di cui tre in carcere e cinque ai domiciliari, originari di Grottaglie, ritenuti indiziati dei reati di usura, estorsione e rapina commessi, dal 2015 ad oggi, ai danni di un imprenditore agricolo della città delle ceramiche. Alle operazioni di esecuzione hanno partecipato, oltre agli agenti del Commissariato di Grottaglie, Unità Cinofile della Polizia Frontiera di Brindisi e del Commissariato di Anzio Nettuno (RM). Nel corso delle attività sono state eseguite anche numerose perquisizioni nei luoghi utilizzati dagli indagati a seguito delle quali sono stati rinvenuti 33mila euro in contanti, diversi monili in oro, due rolex, una pianta di marijuana, 100 grammi di hashish con il relativo materiale di confezionamento, numerosi documenti contabili e carnet di assegni e carte di credito. L’indagine ha preso le mosse dalla denuncia di un imprenditore il quale era ormai divenuto vittima delle minacce di uno dei destinatari delle ordinanze, al quale si era rivolto per richiedere la somma di 14mila euro a causa delle difficoltà economiche in cui versava. La somma doveva essere restituita con tassi usurai dell’85% su base annua. In particolare, il soggetto pretendeva dall'imprenditore la restituzione entro sei mesi della somma di 20 mila a fronte dei 14 mila ricevuti in prestito. Nel tentativo di risanare il debito, l’imprenditore si era accordato su un nuovo riparto di pagamento, con tuttavia la previsione di un tasso usuraio del 120% su base annua. Ormai impossibilitato a restituire le somme di denaro, l’imprenditore era diventato vittima delle continue minacce ed aggressioni sia verbali che fisiche. Gli arrestati annoverano numerosi e gravi precedenti penali per reati contro il patrimonio, la persona ed inerenti lo spaccio di sostanze stupefacenti. Altri due soggetti, coinvolti nelle indagini, risultano indagati in stato di libertà.
(modificato il 13/07/2019)