Caserta: rubavano nel magazzino dove lavoravano, 11 arresti
Rubavano merci di ogni genere da un centro logistico di smistamento di una società della grande distribuzione di prodotti alimentari, per l'igiene personale e per la casa.
La Squadra mobile di Caserta ha arrestato questa mattina 11 persone appartenenti ad un'organizzazione composta da dipendenti di due ditte che, per conto della società vittima dei furti, provvedevano alla gestione ed alla movimentazione delle merci. Fermati dalla polizia anche alcuni autotrasportatori ed imprenditori della piccola distribuzione. Tre persone sono finite direttamente in carcere, mentre per altre otto sono scattati gli arresti domiciliari. Un membro della banda è tutt'ora ricercato.
Il sistema escogitato dai criminali, tutti incensurati, era ingegnoso e sfruttava la presenza dei membri dell'organizzazione in ogni fase della movimentazione delle merci. Queste venivano sottratte per essere rivendute, a prezzi inferiori a quelli di mercato, a compiacenti gestori di supermercati della provincia di Caserta e Napoli.
Alla base dell'attività della banda c'era la conoscenza delle password che permetteva di accedere al sistema informatico di gestione del magazzino, per gonfiare gli ordini delle merci in consegna (fino al 400 per cento in più).
Di volta in volta, olio d'oliva, vino, caffè, zucchero, cereali, tonno e scatolame vario, detersivi, pannolini ed assorbenti, delle marche più diffuse, sparivano magicamente per riapparire sugli scaffali dei supermercati che li ricettavano.
L'indagine "Petalo blu", dal nome di uno dei prodotti trafugati, è iniziata nel 2009, per la denuncia degli amministratori della società che avevano ricevuto la segnalazione da uno dei clienti che si lamentava di aver pagato un servizio di trasporto per un quantitativo di merce molto superiore a quello ricevuto.
Gli uomini della Squadra mobile di Caserta, durante le indagini, hanno riscontrato degli accessi abusivi al sistema informatico. Subito i sospetti sono caduti su alcuni dipendenti e le immagini del sistema di video sorveglianza li hanno trasformati in certezze.
Intercettazioni telefoniche, ambientali, pedinamenti e appostamenti hanno permesso agli investigatori di individuare tutti i componenti della banda e la loro struttura organizzativa. In una circostanza gli agenti si sono anche finti medici dell'Asl, simulando un controllo sanitario per poter effettuare delle verifiche sui camion che trasportavano la merce rubata.
L'attività illecita era molto redditizia: nei mesi di osservazione, tra gennaio e settembre 2009, è stata sottratta merce per oltre
un milione di euro. Gli utili venivano distribuiti in base al rischio sopportato dai singoli membri, attribuendo una quota maggiore al gruppo
interno, che decideva anche quali prodotti rubare, in relazione al loro valore oggettivo e alle richieste dei ricettatori.
Una parte degli utili era costituita dalle merci stesse, permettendo così alle famiglie dei ladri di risparmiare sulla spesa.