Conferenza Euro-Africana: al via strategie comuni contro la criminalità

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momento della conferenzaRotte della droga, flussi migratori gestiti dalla criminalità organizzata, instabilità politica legata al radicalismo religioso.

Questi i temi al centro della conferenza euro-africana che si aperta ieri a Napoli alla presenza del ministro dell'Interno Roberto Maroni e del capo della Polizia Antonio Manganelli.

Con la partecipazione di numerosi capi delle polizie africane ed europee i lavori hanno fissato alcuni elementi comuni nell'analisi dei fenomeni criminali connessi ai flussi di migranti.

In primo luogo si è potuto constatare che spesso esiste un intreccio tra le attività criminali: l'Africa è terra di migrazioni ma anche luogo di transito e stoccaggio degli stupefacenti che arrivano dall'america latina.

I passaggi vengono spesso gestiti da bande criminali che a volte hanno il controllo militare di alcune aree e che impongono il pagamento in denaro o armi per gestire il traffico della droga. Spesso queste bande in armi combattono il potere centrale nel tentativo di imporre un integralismo religioso quale forma di governo dello Stato.

Le varie organizzazioni umanitarie ed alcuni rappresentanti politici presenti al convegno hanno ricordato che il vero problema è lo sviluppo dei Paesi del continente africano; la povertà endemica spinge i migranti ad inseguire il sogno di condizioni economiche migliori attraverso mille pericoli che spesso costano la vita ai più deboli: donne, anziani, bambini.

Chi sopravvive cade quasi automaticamente nelle mani della criminalità organizzata che gestisce il trasporto sul continente europeo.

Le soluzioni prospettate sono di diverso livello: condizioni favorevoli per uno sviluppo economico ed una stabilità di governo delle aree a rischio sono soluzioni politica che però non appaiono di immediata realizzazione.

Ciò che invece è possibile tentare è quello che spesso il capo della Polizia Antonio Manganelli ha ricordato nei suoi interventi di ieri: il contatto diretto, gli accordi operativi con i singoli Paesi; insomma un gioco di squadra dove i componenti parlano tutti la stessa lingua della sicurezza a prescindere dal Paese di provenienza.

Proprio in quest'ottica si sono chiusi i lavori nel pomeriggio: quattro tavoli tecnici destinati a diventare gruppi permanenti che periodicamente si riuniscono per fare il punto della situazione; analizzare i cambiamenti in atto proporre soluzioni comuni per la repressione dei reati di specifica competenza.

I quattro gruppi di lavoro, lo ricordiamo, sono:

I documenti finali contengono le linee guida, le raccomandazioni condivise dai Paesi aderenti a questo network anticrimine. Tali indicazioni dovranno divenire da domani le regole di intervento comuni per il contrasto al crimine transnazionale.

09/02/2011
(modificato il 11/02/2011)
Parole chiave:
conferenza - capo della polizia