Preso in Pugllia Giuseppe Pacilli, boss tra i 10 latitanti più pericolosi
Stamane, nella frazione di Rozzano, in agro di Monte Sant'Angelo (FG), la Polizia di Stato ha catturato il pericoloso latitante PACILLI Giuseppe, pregiudicato locale di 39 anni, dando esecuzione a diversi provvedimenti restrittivi, emessi dalla competente Autorità giudiziaria, tra i quali due ordini di carcerazione per condanne definitive a complessivi 13 anni di reclusione in relazione ai reati di associazione di tipo mafioso ed estorsione. PACILLI Giuseppe - inserito nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità del Ministero dell'Interno per la sua caratura delinquenziale - era ricercato da oltre due anni. Egli è ritenuto elemento di assoluto vertice della cosca LIBERGOLIS, potente sodalizio criminale operante nell'area garganica della Puglia, resasi protagonista, in questi ultimi anni, di una sanguinosa e cruenta "guerra di mafia" con il contrapposto clan ROMITO, un tempo alleato. In detto ambito, si sono segnalati omicidi "eccellenti" di rappresentanti di vertice dei due clan, tra i quali l'uccisione, nell'aprile 2009, di ROMITO Franco, di 45 anni, e quella, nell'ottobre successivo, di LIBERGOLIS Francesco, di 66 anni, capi delle rispettive fazioni. Nello scontro armato tra i contrapposti sodalizi criminali, il PACILLI era il "braccio operativo" del boss LIBERGOLIS Franco (nipote di Francesco), catturato, lo scorso anno, dopo un periodo di prolungata latitanza. A seguito di tale arresto, il PACILLI ha, via via, assunto un ruolo di leadership all'interno del gruppo di appartenenza assurgendo ai vertici del clan. Attualmente è il più pericoloso criminale della Puglia e dalle sue decisioni dipendono le strategie mafiose che ispirano la vita delinquenziale del gruppo LIBERGOLIS. Dalle attività investigative è, infatti, emerso che egli ha continuato a gestire, in particolare, il settore delle estorsioni che incide pesantemente sul tessuto economico dell'area garganica. La sua cattura è avvenuta attraverso un'irruzione effettuata in un casolare, dove il ricercato si nascondeva, individuato mediante l'esperimento di sofisticate attività tecniche, realizzate nei confronti dei fiancheggiatori. Il PACILLI era armato e deteneva una somma di circa 5.000 euro. L'intervento, particolarmente complicato a fronte della conformazione del territorio, è stato sostenuto da unità elitrasportate della Polizia di Stato. L'importante risultato odierno è il frutto di mirate indagini svolte da un gruppo di lavoro composto da operatori del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Foggia e Bari, nel contesto di uno specifico dispositivo di intervento predisposto dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza teso ad aggredire le cosche mafiose operanti in Puglia.Il lavoro di ricerca di PACILLI Giuseppe è stato coordinato dai magistrati della Procura Distrettuale Antimafia di Bari.