Palermo: il ricordo del commissario Montana
Trentatré anni, tanti ne sono passati, dal giorno in cui “giustiziato” dai sicari di Cosa Nostra, moriva Giuseppe Montana il giovane commissario della Squadra mobile di Palermo.
Oggi, alle 10, a Santa Flavia, sul luogo dell’attentato, alla presenza del questore di Palermo Renato Cortese, verrà scoperta una stele e deposta una corona d’alloro. Con familiari, colleghi e amici verrà ricordata la figura del giovane commissario, a capo della squadra catturandi della questura siciliana.
In una calda domenica sera, dopo una gita in barca con gli amici, sul molo di Ponticello, a 15 chilometri da Palermo, Giuseppe, “Beppe” per tutti, fu freddato dai proiettili di due pistole, una calibro 38 e una calibro 357 sparati alla schiena, che posero fine alla sua giovane esistenza.
Il giovane funzionario venne ucciso per i successi che aveva conseguito e stava per conseguire nella lotta alle cosche; solo tre giorni prima la sua squadra aveva arrestato 8 affiliati al clan Greco.
A capo della Squadra catturandi, l'unità che si occupa della ricerca dei latitanti, aveva partecipato a diverse operazioni contro i Corleonesi che vedevano ormai in lui e nel suo diretto superiore, Ninni Cassarà, dei veri e propri nemici dei clan palermitani e dei loro affari criminali.
Non è un caso che pochi giorni dopo anche quest'ultimo venne assassinato insieme all'agente Roberto Antiochia.