Taranto: furti di auto, 22 persone nella rete della Polizia

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Sono 22 le persone coinvolte a Taranto in un giro di furti, ricettazioni ed estorsioni, tutti collegati ad autovetture di ultima generazione.

Oggi alcuni degli indagati cinque in tutto, sono finiti in carcere ed otto agli arresti domiciliari. Per gli altri è scattata la denuncia in stato di libertà.

La complessa situazione è stata ricostruita dagli investigatori della Squadra mobile tarantina che in 8 mesi hanno ricomposto lo “scenario operativo” del gruppo criminale.

I furti di auto erano il fulcro dell’attività della banda; a disposizione degli indagati attrezzi tradizionali ed anche le centraline elettroniche di ultima generazione dei diversi modelli di auto.

Effettuato il furto della macchina, quasi sempre auto molto commerciali come Fiat 500, Fiat Panda, Lancia Y e Land Rover "Evoque", si decideva cosa farne: o veniva smontata pezzo per pezzo per riutilizzarla come parti di ricambio o veniva “rivenduta” al legittimo proprietario con il cosiddetto “cavallo di ritorno”.

Nel caso in cui si decideva per il “taglio dell’auto” il gruppo si avvaleva di carrozzieri e meccanici che in una giornata erano in grado smontarla completamente.

Se invece si optava per il cavallo di ritorno, in sostanza una vera e propria estorsione,  i criminali avvicinavano le vittime e, dietro compenso,  facevano ricomparire la vettura.

I poliziotti sono partiti proprio da questi “magici” ritrovamenti che le vittime segnalavano alla polizia dopo pochi giorni dalla denuncia di furto.

Nessuna tra le vittime aveva avuto il coraggio di ammettere che il ritrovamento della propria auto era avvenuto dietro pagamento di un “riscatto” e non casualmente durante una passeggiata.

La frequenza di questi ritrovamenti era però risultata anomala per i poliziotti che hanno quindi indagato e scoperto questa industria illegale dell’auto.

Durante le intercettazioni gli agenti della mobile hanno scoperto il linguaggio convenzionale con il quale i complici comunicavano tra loro ed anche alcuni episodi di regolamenti di conti tra criminali, come quello nel quale un ladro, che aveva sottratto la vettura ad un noto pregiudicato, è stato costretto a rifonderlo del danno pagando, a rate, una somma corrispondente al costo di una nuova vettura, venendo minacciato più volte anche con una pistola.

I poliziotti hanno inoltre accertato che la banda, strutturata con un vertice composto da criminali navigati e da una manovalanza reclutata via via per le diverse necessità, commetteva furti anche nelle province di Brindisi e Lecce.

Donatella Fioroni

30/10/2018
(modificato il 03/04/2019)