Catania: concorsi universitari truccati, 40 indagati
Sono 40 gli indagati nell’indagine “Università bandita” condotta dalla Digos di Catania e che ha accertato come almeno 27 concorsi per professori e ricercatori universitari siano stati truccati.
Al vertice dell’associazione criminale il rettore dell’università di Catania ed il suo predecessore. Tanti i reati accertati dalle indagini partire nel 2016: corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d’ufficio e truffa aggravata.
Il sistema delinquenziale non era ristretto all’Università etnea ma si estende ad altri Atenei italiani, i cui docenti, nel momento in cui venivano selezionati per fare parte delle commissioni esaminatrici, si sono sempre preoccupati di “non interferire” sulla scelta del futuro vincitore compiuta preventivamente, favorendo il candidato interno.
Esisteva all’interno dell’Ateneo un “codice di comportamento“ secondo il quale gli esiti dei concorsi dovevano essere predeterminati dai docenti interessati, nessuno spazio doveva essere lasciato a selezioni meritocratiche e nessun ricorso amministrativo poteva essere presentato contro le decisioni degli organi statutari.
Le regole del codice avevano un preciso apparato sanzionatorio: le violazioni erano punite con ritardi nella progressione in carriera o esclusioni da ogni valutazione oggettiva del proprio curriculum scientifico.
La piena consapevolezza di commettere gravi reati è emersa nelle intercettazioni nelle quali i componenti dell’associazione si raccomandavano di non parlare al telefono e di procedere a bonifiche negli uffici per verificare l’esistenza di microspie ambientali.
Vincenzo M. Recchiuti
(modificato il 27/05/2021)