Mafia nigeriana: 15 arresti tra Teramo e Ancona
Conclusa questa mattina l’operazione “Pesha” dalla questura di Teramo. Le indagini della Squadra mobile hanno individuato una cellula dell’organizzazione mafiosa internazionale Eiye, di origine nigeriana.
E proprio di nazionalità nigeriana sono le 15 persone sottoposte a fermo per ordine della Direzione distrettuale antimafia di L’Aquila.
Tutti i fermati sono appartenenti alla cellula “Pesha” che aveva la sua influenza su tutta la zona costiera adriatica da Teramo sino ad Ancona.
Impressionante il numero di reati commessi dagli affiliati all’organizzazione mafiosa: riciclaggio ed illecita intermediazione finanziaria verso la Nigeria; tratta di giovani donne sessualmente sfruttate lungo la strada Bonifica del Tronto e sottoposte a violenze e vessazioni; cessione di stupefacenti; reati violenti nei confronti di aderenti ad altri gruppi o punitivi nei confronti di altri connazionali.
Gli investigatori hanno documentato, anche grazie alla collaborazione di un affiliato che si è dissociato dopo un pestaggio particolarmente duro, violenze nei confronti di affiliati che non hanno rispettato le rigide regole del clan, scontri con l’associazione rivale denominata “Black axe” e ancora intimidazioni a giovani ragazze costrette a prostituirsi, riti di affiliazione e una serie di contatti internazionali in Francia, Germania, Belgio, Svezia con connazionali affiliati alla medesima organizzazione. L’operazione è stata condotta anche con la collaborazione della Squadra mobile di Ancona.
La confraternita
L’organizzazione o “cult” nasce in Nigeria come “Supreme eiye confraternity”.
Il cult è strutturato in articolazioni nazionali denominate “Aviary” suddivise, a loro volta, in cellule territoriali locali chiamate “Nest” (nido).
La simbologia ed i codici linguistici sono garanzia e connotato di segretezza: sono ispirati al mondo degli uccelli (Eiye è un uccello mitologico della tradizione nigeriana) e richiamano colori ed altri elementi individualizzanti comunemente riconosciuti all'interno della comunità nigeriana come simboli tipici del cult Eiye.
L’ingresso nell’Associazione è subordinato ad un rito di affiliazione che avviene alla presenza del vertice e di altri membri del gruppo e nel corso del quale si alternano atti di violenza e riti tribali; al termine viene formulato il giuramento di fedeltà agli Eiye con il quale l’affiliando si impegna al rispetto delle regole dell’associazione denominate “orientation”.
L’ingresso nella confraternita prevede l’obbligo alla partecipazione, mediante il pagamento di una sorta di “tassa di iscrizione”, al finanziamento della confraternita verso la quale gli associati sono a disposizione tendenzialmente “per la vita”.
Durante le riunioni, i capi (denominati Ibaka), definiscono le strategie criminali del gruppo e compiono i riti di affiliazione.
Gli appartenenti al gruppo criminale, cosi come avviene per le mafie tradizionali, si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo, determinando assoggettamento, omertà, controllo del territorio, con particolare riferimento alla comunità nigeriana, ma con inevitabile riflesso su tutta la città.