Premio San Michele Arcangelo: in "rotta" verso i più deboli
Si chiamano DoppiaVela Sailing Team e sono un gruppo di poliziotti con la passione per la vela. Qualche anno fa hanno trasformato questa passione in qualcosa di concreto: aiutare i ragazzi che vivono situazioni di disagio nella società e aiutarli a "cambiare rotta".
Il progetto DoppiaVela Solidale , che ormai vede concretizzare i risultati, ha ottenuto il patrocinio della Polizia di Stato ed è stato premiato in occasione dei festeggiamenti per il patrono della Polizia di Stato San Michele Arcangelo.
I promotori dell'iniziativa, i poliziotti Domenico Caruso e Stefano Rattazzi, sono saliti sul palco del Teatro Comunale di Ferrara lo scorso 29 settembre per ritirare il "Premio San Michele Arcangelo", giunto quest'anno alla 3^ edizione.
Il loro merito è quello di avere promosso l'attività velica per aiutare adolescenti alle prese con disagi psichici e problemi sociali.
"L'obiettivo è quello di trasmettere a questi ragazzi la passione per la vela e soprattutto indicare loro la strada da poter seguire anche per il futuro", sostengono i due "poliziotti-skipper".
"Visti i risultati positivi che abbiamo ottenuto, quello che speriamo è che il progetto venga condiviso anche da altre realtà italiane" ci confessa Domenico.
Le esperienze più recenti sono quelle fatte sul lago di Garda: 3 gruppi - 25 ragazzi in totale - hanno effettuato, dopo alcune lezioni teoriche, 10 uscite di gruppo su 2 diverse imbarcazioni, messe a disposizione da privati o da associazioni. Le uscite erano mirate a far prendere coscienza ai ragazzi del proprio ruolo in un'attività di squadra, riscoprendo i valori del vivere in comunità, del rispetto delle regole e dell'ambiente. In ogni gruppo era presente, oltre alla figura dello skipper poliziotto, anche quella di un educatore professionale e di uno psicologo.
Le esperienze di Giovanni e Fabio
La nostra redazione ha ascoltato la storia di 2 mamme che hanno avuto l'opportunità di far vivere ai loro figli questa esperienza.
"Giovanni, 15 anni, ha perso il padre quando aveva 7 anni e da allora - ci racconta la mamma Giuliana - Non è stato più lo stesso. Nervoso, rabbioso, senza certezze. Sono venuta a conoscenza di questo progetto tramite l'educatrice del mio comune Brentino Belluno (Verona) e mi è sembrata una cosa interessante che avrebbe dato a Giovanni l'input giusto per uscire da questo suo disagio. Con enormi sacrifici l'ho portato a Peschiera, a 40 km da casa mia, ma ho visto i risultati positivi sin da subito. Per la prima volta Giovanni era veramente appassionato a qualcosa e dopo ogni uscita in barca lo vedevo tornare con il sorriso e molto più rilassato. Domenico e gli altri operatori sono stati molto disponibili e comprensivi e penso che l'esperienza per Giovanni continuerà almeno per il prossimo anno".
Fabio invece di anni ne ha 23; ha problemi di socializzazione e tanta paura di commettere errori eppure due volte al mese accompagnato dai genitori è andato sul lago a seguire le lezioni teoriche dei nostri volontari in uniforme e poi a fare delle uscite in barca.
"Abitiamo a pochi chilometri da Peschiera- ci dice al telefono Luisa la mamma di Fabio - e lo porto volentieri perché incontra persone che hanno come lui problemi anche se di tipo diverso; si confronta con loro senza alcun problema; socializza e si diverte".
"Con il bel tempo hanno fatto diverse uscite con la barca a vela e al ritorno- ci racconta ancora Luisa- era una gioia vederlo contento. Speriamo di poter continuare questa esperienza".
(modificato il 06/10/2011)