Immigrazione: regolari in Italia con finti datori di lavoro
Diecimila euro era la somma che alcuni cinesi clandestini dovevano pagare per ottenere la regolarizzazione in Italia. Stamattina la Squadra mobile di Pistoia ha scoperto un'organizzazione specializzata in false regolarizzazioni di stranieri, per lo più cinesi, abitanti a Prato, come colf e badanti. I poliziotti hanno arrestato19 persone, cinesi e italiani, tra cui anche 2 noti commercialisti della zona di Valdinievole. Centoventi persone sono state denunciate.
Tutti sono accusati di associazione per delinquere, concorso in falso e agevolazione della permanenza clandestina in Italia.
L'inchiesta, chiamata "Doubtfire", è partita nel marzo 2010, dopo che una donna, che si era presentata in prefettura a Pistoia per una pratica di regolarizzazione di un cinese come colf, alla richiesta di ulteriori chiarimenti e documenti, avrebbe alla fine ammesso che le erano stati promessi mille euro se si fosse prestata ad interpretare la parte del datore di lavoro.
In seguito ad accertamenti presso la banca dati del ministero dell'Interno, che raccoglie le domande di sanatoria, la Squadra mobile di Pistoia è riuscita a risalire all'utenza del computer dal quale era stata inserita la pratica; IL Pc è risultato essere utilizzato in uno studio commerciale di Monsummano Terme (Pistoia), con sede anche a Prato.
Dalla stessa utenza erano stati effettuati circa 70 inserimenti analoghi per colf e badanti; tutte pratiche fondate su rapporti di lavoro inesistenti.
I beneficiari finali della regolarizzazione fittizia erano in prevalenza cittadini cinesi abitanti nella provincia di Prato impiegati come operai nelle ditte cinesi presenti nella città.
Gli stranieri, clandestini in Italia, pagavano 10 mila euro all'organizzazione che si avvaleva della collaborazione di alcuni cittadini cinesi residenti a Prato che facevano da collegamento per gli stranieri irregolari procurando loro finti documenti e datori di lavoro.
(modificato il 26/10/2011)