Palermo e le Istituzioni commemorano le vittime della strage di Capaci
"La mafia si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni".
Sono parole di Giovanni Falcone, il più grande magistrato antimafia della storia italiana, ucciso il 23 maggio 1992, in quella che sarà ricordata per sempre come la strage di Capaci. Insieme a lui furono assassinati la moglie, Francesca Morvillo e tre poliziotti della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani. Tutte forze delle istituzioni sacrificate nella lotta alla mafia.
Oggi, nel ventennale della strage, i cittadini di Palermo e le Istituzioni ricordano i caduti di quel giorno.
Il presidente del consiglio Mario Monti, insieme al ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri e al capo della Polizia Antonio Manganelli hanno reso omaggio alle vittime della mafia.
Lo hanno fatto visitando il giardino della memoria di Ciaculli, che si trova sotto la stele posta sull'autostrada nei pressi del luogo dove è avvenuta l'esplosione, e nel quale per la prima volta è stato esposto ciò che rimane dell'auto su cui viaggiavano i tre poliziotti morti nell'attentato.
Lo stesso ha fatto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prima di arrivare nell'aula bunker del palazzo di giustizia di Palermo dove, insieme agli altri rappresentanti dello Stato, ha partecipato alla commemorazione del giudice Giovanni Falcone.
"È un bellissimo momento di democrazia - ha dichiarato il ministro dell'Interno dopo la cerimonia commemorativa - a Palermo abbiamo assistito a una manifestazione magnifica e dal capo dello Stato abbiamo ascoltato un altissimo discorso".
Anche a Roma, presso il sacrario all'interno dell'istituto superiore di polizia, le vittime della strage sono state ricordate con una cerimonia alla presenza del vice capo della Polizia Nicola Izzo e di alcuni rappresentanti delle istituzioni.
(modificato il 24/05/2012)