Varese:sequestro di beni alle cosche in Lombardia
Dalle prime luci dell'alba, è in corso una vasta operazione della Squadra Mobile di Varese tra le provincie di Milano e Varese, in collaborazione con il Commissariato di P.S. di Busto Arsizio ed equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia, per il sequestro di beni appartenenti ad un imprenditore legato al boss di Cosa Nostra VIZZINI Rosario del clan Rinzivillo di Gela.
L' indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, rappresenta il proseguimento dell'operazione "Fire Off" mediante la quale la Squadra Mobile di Varese, nei mesi scorsi, ha disarticolato con decine di arresti, il gruppo criminale capeggiato da VIZZINI Rosario e NICASTRO Fabio, responsabili di estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti nel circondario di Busto Arsizio, nonché dell'omicidio con il metodo della "lupara bianca" del pregiudicato D'ALEO Salvatore, i cui resti sono stati rinvenuti nei boschi di Vizzola Ticino (VA).
Negli ultimi mesi, l'interesse investigativo è stato concentrato su SIRACUSANO Gianmario, imprenditore pregiudicato con elevate disponibilità economiche, attualmente agli arresti domiciliari, sul conto del quale è stata avviata un' indagine patrimoniale conclusa nello scorso marzo con una denuncia per trasferimento fraudolento di valori nei confronti di 12 persone e contestuale richiesta di sequestro preventivo di beni.
SIRACUSANO Gianmario, secondo quanto emerso nella prima fase investigativa, era stato costretto dai gelesi a garantire l'uso di autovetture di lusso agli affiliati, l'accesso gratuito al proprio ristorante per pranzi e cene, a fornire interi blocchetti di buoni pasto e somme in denaro contante, a cedere una villa in costruzione nel Comune di Magnago.
Da iniziale vittima, tuttavia, diveniva complice, tanto da essere colpito da una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Milano nel giugno del 2011 su richiesta della DDA, per i reati di false dichiarazioni al P.M. e favoreggiamento personale nei confronti della consorteria mafiosa.
L'indagine patrimoniale ha accertato che l'imprenditore ha la disponibilità di beni e denaro di valore sproporzionato al proprio reddito e alla propria attività economica, dei quali non può giustificare la legittima provenienza, tanto da aver attribuito fittiziamente a svariati prestanome, tutti soggetti nullafacenti, la titolarità degli stessi, proprio al fine di eludere le disposizioni di legge.
Il Tribunale di Milano, Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, sulla base degli elementi forniti dalla Squadra Mobile, ha disposto il sequestro di beni per un valore di svariati milioni di euro, tra terreni, ville, appartamenti, autorimesse, società, conti correnti ed imbarcazioni da diporto. Nel dettaglio, sono stati sequestrati 11 immobili nei Comuni di San Vittore Olona (MI), Magnago (MI), Busto Arsizio (VA) e Legnano (MI), tre autoveicoli di grossa cilindrata, quattro imbarcazioni da diporto custodita ad Angera (VA) e Sesto Calende (VA), 3 società, innumerevoli conti correnti.
L'operazione rappresenta un ulteriore colpo agli esponenti di Cosa Nostra su Busto Arsizio, dopo gli arresti e le misure preventive di carattere patrimoniale operati lo scorso anno con l'operazione Tetragona, che ha visto il coinvolgimento delle Squadre Mobili di Varese, Caltanissetta, Genova ed il coordinamento del Servizio Centrale Operativo di Roma
(modificato il 08/01/2014)