Sulmona: occhio al "colpo di frusta"
Al pronto soccorso di Sulmona le persone coinvolte negli incidenti erano sempre le stesse e accusavano sempre lo stesso disturbo. È questo che ha insospettito i poliziotti del commissariato, che dopo una lunga indagine, durata 14 mesi, hanno denunciato 47 persone per truffa alle assicurazioni.
Tra di esse anche due medici che collaboravano con l'agenzia di infortunistica stradale.
Analizzando i referti del pronto soccordo locale, gli agenti sono risaliti agli incidenti stradali dove, regolarmente, venivano coinvolte due o tre autovetture con quattro o cinque persone ferite che si trovavano all'interno della vettura tamponata.
Sentendo le persone coinvolte, i poliziotti del commissariato si sono resi conto che le persone coinvolte non si conoscevano tra loro e non sapevano fornire alcuna indicazione dull'incidente stradale o rilasciavano versioni contrastanti tra loro.
Punto in comune, in tutti i casi, era la gestione della pratica infortunistica da parte della stessa agenzia di Sulmona.
Gli investigatori hanno scoperto che il titolare dell'agenzia e due suoi conoscenti, individuavano le persone da coinvolgere, promettendo guadagni facili o favori di altro tipo, e organizzavano il finto incidente, sfruttando il fatto che è obbligatoria la sola perizia sul veicolo che ha subito il sinistro e non su quello che lo ha causato.
Quindi, utilizzando auto già danneggiate o danneggiandole appositamente, riuscivano a farsi riconoscere il risarcimento da parte delle assicurazioni.
Solo in due occasioni i periti si sono resi conto di trovarsi di fronte a casi sospetti: nel primo, il perito ha chiesto di visionare il veicolo che aveva causato il sinistro, e verificato che non c'erano danni compatibili con la dinamica, ha sospeso il risarcimento; nel secondo, la compagnia ha addirittura dato mandato ad un investigatore privato per poter far luce sull'incidente.
Ciascun falso incidente ha fruttato tra i 16 mila e i 20 mila euro di risarcimento.