Amministratori comunali corrotti, 14 arresti in Abruzzo

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noleggio con conducente operazione della polizia stradaleRilasciavano autorizzazioni comunali per il servizio di noleggio con conducente (N.c.c.) senza i requisiti richiesti dalle norme, per il rilascio.

Il Compartimento di polizia stradale per l'Abruzzo ha arrestato 14 persone, controllato 211 comuni su 305 totali e in 65 sono emerse gravi irregolarità di carattere penale a carico dei privati che hanno ottenuto le autorizzazioni, ma anche a carico di alcuni amministratori comunali compiacenti. All'esito di questa attività risultano indagati in Abruzzo 295 persone dei quali 31 amministratori comunali (sindaci, assessori, comandanti dei vigili urbani) e sono state avviate le istruttorie per il ritiro di 398 autorizzazioni rilasciate.

Parte dei permessi venivano sfruttati per svolgere attività di noleggio a pagamento sulla piazza di Roma, aggirando così il numero chiuso delle licenze nella Capitale.
Tra gli indagati c'è una figura di spicco: il sindaco del comune di Turrivalignani (Pescara), tuttora in carica, accusato di aver rilasciato un elevato numero di autorizzazioni N.c.c. a favore di richiedenti che, in realtà, non hanno mai svolto il servizio di trasporto secondo quanto previsto dalle normative. Il Comune ha rilasciato in totale più di 80 autorizzazioni.

Delle 14 persone arrestate, sei sono degli arresti domiciliari e 8 di obbligo di dimora. I reati di cui sono accusate sono corruzione in concorso e associazione per delinquere, a carico degli organizzatori/promotori.

Il servizio di noleggio con conducente si rivolge a chi richiede il trasporto, a tempo o a viaggio, senza limite territoriale. L'inizio o la fine del servizio deve avvenire all'interno del territorio del comune che ha rilasciato l'autorizzazione e lo stazionamento dei mezzi deve avvenire in una rimessa nel territorio dello stesso comune.

L'autorizzazione all'esercizio dell'attività viene rilasciata dall'Amministrazione comunale attraverso un bando di concorso pubblico che è preceduto dall'individuazione, da parte della Regione, dei criteri che i Comuni devono rispettare. Ma i numerosi enti abruzzesi rilasciavano autorizzazioni in numero tale da non essere giustificabile rispetto ai criteri previsti. Tali autorizzazioni consentivano di svolgere l'attività a Roma, creando quindi una concorrenza sleale nei confronti di chi ha superato il bando pubblicato nella Capitale.

Era sufficiente indicare con una falsa dichiarazione di avere una rimessa in Abruzzo, in realtà inesistente, pagando poche centinaia di euro, e il gioco era fatto.
Durante l'indagine è emersa l'esistenza di un gruppo criminale con una stabile organizzazione e con una precisa ripartizione dei compiti tra gli associati.

12/12/2012
(modificato il 14/12/2012)
Parole chiave:
pescara - n.c.c. - truffa