Rubavano nei centri commerciali, 10 arresti a Cuneo
"Tesoro mi fai la spesa?". Era una delle frasi in codice che utilizzavano gli appartenenti a un gruppo di criminali specializzati nel rubare articoli di ogni genere in alcuni centri commerciali di Cuneo.
L'indagine della Squadra mobile ha portato all'arresto di dieci persone, accusate a vario titolo di furto, ricettazione, detenzione illegale di armi da guerra e munizioni.
Tra gli arrestati ci sono cinque ex dipendenti dell'istituto di vigilanza che gestisce la sicurezza negli esercizi commerciali interessati dai furti, nonché tre donne, due delle quali nomadi di etnia Sinti. Gli ultimi due arrestati, di origine campana, sono stati trovati nell'immobile abitato da una delle ladre e utilizzato come magazzino di stoccaggio della refurtiva.
L'attività di indagine dell'operazione "Mano lesta" è iniziata nel mese di ottobre scorso ed è durata circa due mesi, durante i quali gli agenti della Mobile, attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali, appostamenti e pedinamenti, hanno accertato il modus operandi della banda.
Tutto ruotava intorno ai cinque operatori addetti all'antitaccheggio che indicavano alle tre complici il materiale più interessante da rubare. Le donne prelevavano la merce e la portavano fuori senza essere controllate dai complici.
Un certo livello di furti è fisiologico, ma dal giugno scorso erano aumentati in maniera sospetta, tanto da far richiedere l'intervento della polizia. I responsabili dei centri commerciali hanno calcolato un ammanco di merce per oltre 60mila euro, da giugno a novembre.
L'analisi degli investigatori ha evidenziato che all'interno dei due centri commerciali colpiti dai furti operavano gli stessi operatori di sicurezza, che sono stati subito "attenzionati" dai poliziotti. Dalle intercettazioni è emerso che le guardie infedeli ricevevano in cambio beni di varia natura, tra cui alimenti, alcolici e soprattutto oggetti tecnologici.
Durante la perquisizione dell'abitazione di una delle ladre arrestate, gli uomini della Mobile hanno trovato un vero e proprio magazzino pieno di merce rubata nonché una piccola "Santa Barbara" composta da un mitragliatore "Uzi", una pistola semiautomatica e due revolver di provenienza furtiva, munizioni di vario calibro, caricatori, passamontagna e targhe false.
Nell'immobile c'erano anche i due partenopei arrestati, uno dei quali marito di una delle ladre e destinatario di un mandato di arresto europeo per reati commessi in Spagna.
Sono in corso ulteriori indagini tecniche sulle armi sequestrate per accertare il loro eventuale utilizzo in episodi delittuosi.
(modificato il 21/02/2013)